Disagi per i residenti di Porto Frailis, frazione costiera di Tortolì, a causa della pessime condizioni delle strade, in particolare di Via Vienna e dei percorsi ad essa collegati. «Le strade comunali sono in uno stato a dir poco pietoso e certi fossi sono delle vere e proprie voragini, pericolosissime per le persone e per le auto. Il problema è stato segnalato più volte al Comune, che tuttavia non prende in considerazione le lamentele» sostiene A.D., pensionata milanese, che ogni estate trascorre le vacanze a Porto Frailis.

La zona, sostengono tutti i residenti autori della segnalazione, è interamente coperta da servizi e quindi dovrebbe essere, come le altre, dotata di un’illuminazione adeguata e soprattutto di strade percorribili. «Ad ogni temporale il terreno frana invadendo le vicine strade (asfaltate) di fango e pietre. Puntualmente queste devono esser ripulite da una ditta specializzata. Mentre nelle strade sterrate si interviene con i mezzi per spianare le buche che si creano con le piogge. E’ possibile che si continui  ad agire in questo modo? Dispiace che le nostre tasse vengano sprecate con operazioni tampone come hanno fatto gli anni passati; ci auguriamo che questa Amministrazione intervenga definitivamente e ponga fine a questi disagi» è il secco commento di P.P., imprenditore  residente in Via Vienna.

«Vivo in Via Vienna dal 1978 e da allora non è mai stato fatto nessun lavoro di sistemazione delle strade da parte del Comune. Ogni giunta ha sempre promesso che avrebbe provveduto ad asfaltare la strada e a realizzare l’impianto di acque bianche, ma nessuno ha mantenuto la parola» racconta G.S., commerciante «Siamo arrivati ad una tale esasperazione che, quotandoci, abbiamo provveduto a nostre spese a rendere operativo l’impianto di illuminazione delle strade, una vergogna».

In Via Madrid le cose non vanno meglio. Le buche regnano sovrane, di asfalto neanche l’ombra. Proprio in un quartiere abitato da tante persone. La strada ad ogni acquazzone diventa impraticabile e il comune è costretto a mandare una ruspa con un camion per sistemare le voragini.

A pochi chilometri da Ghilarza, in un piccolo villaggio avvolto dal silenzio e dalla vegetazione selvaggia, si racconta l’esistenza di una casa che nessuno osa più abitare. Un tempo, essa apparteneva a Zuanna Surda, nota anche come Giovanna la Sorda, una donna incapace di udire ciò che avveniva tra le mura della sua dimora. Ignara dei rumori inquietanti che echeggiavano di notte, viveva tranquilla, mentre intorno a lei si manifestava un fenomeno che avrebbe terrorizzato l’intero paese.

Gli abitanti del villaggio giurano di aver udito passi cadenzati, marce militari che si propagavano dal pavimento e dai corridoi come se un’intera compagnia di soldati percorresse la casa. Per questo motivo, l’abitazione prese il soprannome di “Casa dei Soldati Fantasma”.

La leggenda narra che una sera la figlia di Giovanna ebbe la straordinaria esperienza di vedere quei soldati in carne… o meglio, in spirito. La giovane descrisse con incredibile precisione elmetti, uniformi e stivali, e i vicini confermarono la sua versione: erano soldati tedeschi, rimasti intrappolati nel tempo.

Gli anziani del villaggio ricordavano bene gli eventi della Seconda guerra mondiale: il villaggio aveva ospitato un piccolo campo tedesco, e molti credettero che la casa fosse stata colpita da una sorta di sortilegio, un’eco maledetta che aveva intrappolato i soldati in una marcia senza fine.

Nemmeno il parroco del paese, con preghiere e benedizioni, riuscì a interrompere la loro apparizione. I soldati fantasma continuarono a marciare indisturbati, mentre Giovanna, ignara, continuava la sua vita quotidiana. Quando finalmente lasciò la casa, nessuno volle più abitarvi, e la dimora rimase vuota, silenziosa, ma non del tutto quieta.

Ancora oggi, chi passa nei dintorni giura di percepire vibrazioni nel terreno, come il battito ritmico di stivali invisibili… e di sentire l’eco di una marcia che non si ferma mai.