A pochi giorni dallo storico esordio in serie D, la matricola Lanusei aggiunge un ulteriore tassello alla rosa bianco rosso verde: ufficiale l’ingaggio del bomber Samuele Curreli, ex Frassinetti. La formazione di mister Loi si presenta ai nastri di partenza, che vede per la prima volta una formazione ogliastrina in serie D, con l’ennesimo acquisto di spessore, con l’intento di ben figurare nella prossima stagione, a partire dal derby sardo nella tana della Nuorese il prossimo 6 settembre, nella prima giornata di campionato. Per la formazione ogliastrina subito un esame durissimo.

Arriva a Tortoli il portiere ex Samassi e Calangianus, Fortuna. Movimenti in entrata anche per il Girasole del neo tecnico Senes: in arrivo il forte attaccante Matteo Mulas, ex San Vito e Muravera, l’esterno mancino Ignazio Sanna, ex Ferrini, il difensore Floris, ex S.Elia, e i ritorni di Matta e Serdino e l’arrivo di Michele Arzu dalla Castor. Un ex Girasole, Luca Frassu, vicinissimo all’accordo con il Cus Cagliari.

Il Loceri ingaggia Marco Mereu, Davide Arras, Michele Deiana e Fabio Demurtas, ex Osini dove arriva il portiere Mirko Lai, in uscita dal Perdasdefogu dove giocherà per un’altra stagione l’eterno Massimo Guerriero. Due ex Villagrande, Il centrocampista Mirko Monni e il difensore Giampaolo Usai, approdano alla Tonarese di mister Floris. Nicola Marcialis è il nuovo portiere dell’Ussassai, con in panchina Porcu, ex mister del Seui. Riccardo Depau torna all’Esterzili. Il Seui stringe per la conferma di Walter Laconi. Fabio Piras (Castor) piace al Girasole. Marco Usai, difensore classe 96, di proprietà del Lanusei, potrebbe rientrare nei piani del S. Elena. Marco Murgioni è un nuovo giocatore del Villagrande: per lui si tratta di un ritorno.

Tra i pendii aridi e ventosi dell’Ogliastra, là dove il maestrale modella la vegetazione e il profumo delle erbe pervade l’aria, cresce una pianta che racconta la Sardegna più autentica: il timo sardo (Thymus herba-barona). Presenza discreta ma preziosa delle montagne isolane, cresce con forza in particolare sulla cima di Monte Armidda, al confine tra Lanusei e Gairo — un luogo che ne porta persino il nome nel toponimo (“Armidda”, in sardo, significa proprio timo).

Il timo sardo, specie endemica di Sardegna e Corsica, sboccia tra maggio e settembre, colorando l’estate mediterranea. Cresce tra gli 800 e i 2000 metri di altitudine, creando tappeti profumati che resistono alla siccità e al vento. La sua fragranza intensa e balsamica lo rende una pianta molto apprezzata, tanto che dal suo nettare nasce un miele monoflora dal profumo unico, simbolo della macchia montana sarda.

Nella medicina popolare della Sardegna, il timo era considerato un dono prezioso della natura. Raccolto nei mesi estivi, veniva impiegato per le sue molteplici virtù curative: come sedativo e diaforetico, per calmare e favorire la sudorazione; come antielmintico, per combattere i parassiti intestinali; come decongestionante delle vie respiratorie, utile nei raffreddori e nelle tosse persistenti; e persino come rimedio contro la dissenteria e i disturbi gastrici.

L’infuso o il decotto di timo era un rimedio semplice ma efficace, tramandato di generazione in generazione, parte integrante del sapere erboristico isolano. Il timo di Monte Armidda non è solo una pianta aromatica: è un frammento di identità sarda, un legame tra natura, cultura e memoria. Il suo profumo racconta di pascoli assolati, di antichi rimedi, di una conoscenza del territorio che ancora oggi sopravvive nelle mani di chi custodisce i saperi della tradizione.