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Gairo Vecchio, il più celebre paese fantasma della Sardegna, custodisce tra le sue mura silenziose una storia lunga, complessa e tormentata. Situato nel cuore dell’Ogliastra, questo borgo affascinante ha visto nei secoli alternarsi prosperità e difficoltà, resistendo fino agli eventi naturali più devastanti. Tra le tappe più drammatiche della sua storia ci sono i violenti nubifragi della fine dell’Ottocento, che provocarono frane e smottamenti, segnando già allora la fragilità del territorio.
Ma il colpo più duro arrivò tra il 14 e il 19 ottobre del 1951, quando una terribile alluvione condusse il paese alla rovina. Ciò che rese l’evento eccezionale non fu soltanto l’intensità della pioggia, quanto la sua durata: per quattro giorni consecutivi, il cielo si riversò senza sosta sul territorio, saturando il suolo e innescando frane e smottamenti devastanti. Gli abitanti, ormai consapevoli di non essere più al sicuro, furono costretti ad abbandonare Gairo Vecchio e a ricostruire il paese in una nuova area più sicura, dando vita al moderno centro di Gairo.
Oggi, però, è proprio l’antico borgo abbandonato a catturare lo sguardo dei visitatori. Tra vicoli silenziosi, case di pietra in rovina e scorci mozzafiato, Gairo Vecchio si è trasformato in una delle mete più suggestive e misteriose della Sardegna. Lontano dalla Sardegna “da cartolina”, questo paese fantasma racconta una storia di resistenza, tragedia e memoria, attirando ogni anno turisti e appassionati di archeologia urbana, fotografia e storia locale.
Le sue rovine, silenziose ma eloquenti, continuano a raccontare la tragedia dell’alluvione del 1951, ricordando a chi passa tra le sue vie che la bellezza può convivere con la memoria del dolore.