Un’altra vittima della strada, un’altra tragedia sull’Orientale Sarda. Ha perso la vita ieri in un incidente stradale avvenuto intorno alle 18:30 all’altezza della prima galleria alle porte di Tertenia, una donna di 38 anni, Giuseppina Marci. Si trovava a bordo di una Fiat Punto insieme al conducente Massimo Pistis quando è avvenuto lo scontro frontale con un’altra auto, una Fiat Ducato condotta da Gino Cardu.

La donna è stata estratta dalle lamiere  che la imprigionavano dai Vigili del Fuoco del distaccamento di Tortolì e trasportata d’urgenza dai soccorritori del 118 all’ospedale Nostra Signora della  Mercede a Lanusei, il suo cuore però ha smesso di battere subito dopo il suo arrivo, troppo gravi le ferite riportate. Le altre due persone coinvolte nell’incidente sono rimaste ferite ma  non gravemente. Sul posto per i rilievi i carabinieri.

A Punta La Marmora (Perdas Crapías), la vetta più alta della Sardegna, le rocce affioranti raccontano una storia di oltre 300 milioni di anni, ma senza tracce fossili. Come spiega il paleontologo Daniel Zoboli, qui le rocce hanno subito un intenso processo di metamorfismo, noto ai geologi come “Filladi Grigie del Gennargentu”, che ha cancellato ogni possibile residuo fossile.

Foto Daniel Zoboli

Il metamorfismo, dovuto ad alte pressioni e temperature durante l’Orogenesi Varisica, ha deformato le rocce, creando evidenti pieghe ductili, visibili nei blocchi affioranti. Il corrispettivo meno metamorfico di queste rocce sono le “Arenarie di San Vito”, affioranti nella Sardegna meridionale e risalenti al periodo Cambriano medio–Ordoviciano inferiore.

Queste formazioni raccontano non solo la storia geologica della Sardegna, ma anche le dinamiche tectoniche che hanno modellato le montagne e i paesaggi che oggi ammiriamo.