Mont’e Prama. Un altro gigante portato alla luce
canale WhatsApp

Il “tapinu de mortu” è un raro drappo funerario tessuto al telaio verticale, tradizionalmente utilizzato in alcune comunità sarde per accogliere la salma durante la veglia funebre, nell’ultimo saluto al defunto. Nella foto potete ammirarne uno realizzato a Orgosolo (Nuoro) alla fine del XVIII secolo, oggi conservato al Museo Sanna di Sassari, considerato un prezioso testimone delle antiche tradizioni tessili dell’isola.

Foto Museo Sanna di Sassari
Il manufatto si distingue per la sua decorazione unica: grandi strisce a zig zag di color ocra e ruggine, bordate di nero, con al centro quattro motivi stilizzati che ricordano degli alberelli. Al centro del riquadro principale si trova una raffigurazione romboidale suddivisa in quattro campi cromaticamente alternati. Gli studiosi interpretano queste scelte stilistiche come un riferimento allo scorrere dell’acqua e, simbolicamente, al flusso della vita stessa.
La tecnica di tessitura, simile a quella dei kilim orientali, ha spinto alcuni ricercatori a ipotizzare influenze culturali provenienti dall’Anatolia, dal Caucaso o da altri paesi islamici del Mediterraneo, suggerendo scambi culturali e artistici tra la Sardegna e l’area mediterranea già nei secoli passati.
Questo particolare tapinu de mortu, oltre a rappresentare una testimonianza del rituale funebre sardo, offre uno sguardo sulla maestria artigianale dell’isola e sulla complessità simbolica che i tessuti potevano assumere nella vita quotidiana e nelle pratiche rituali. La sua conservazione al Museo Sanna permette oggi di ammirare e studiare un frammento della memoria storica e artistica della Sardegna.