Tortolì saluta Sergio Muntoni. L’artista è morto questa notte
Una triste giornata per i tortoliesi, che questa mattina hanno ricevuto la notizia della morte del pittore Sergio Muntoni. L’ artista tortoliese, a soli 58 anni, è stato portato via da una grave malattia questa notte, mentre si trovava ricoverato
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Sergio Muntoni durante un’esposizione a Firenze
Una triste giornata per i tortoliesi, che questa mattina hanno ricevuto la notizia della morte del pittore Sergio Muntoni. L’ artista tortoliese, a soli 58 anni, è stato portato via da una grave malattia questa notte, mentre si trovava ricoverato all’ospedale San Francesco di Nuoro. Il maestro lascia la moglie Rosita e i figli Stefano, Giorgio e Andrea, nonché un incredibile numero di amici e sostenitori della sua arte. Muntoni, in quella che possiamo senza dubbio definire una lunga e sfolgorante carriera, ha esposto le proprie opere nelle gallerie d’arte di tutto il mondo e reso orgogliosi i propri concittadini, portando in ogni continente i paesaggi e la cultura della sua amata terra.
Il professore Tonino Loddo ha detto di Muntoni e delle sue opere: “Usa il cesello, Sergio Muntoni, per dipingere i suoi quadri ma soprattutto per quella straordinaria capacità di rivelare le anime delle persone e dei luoghi di cui ci parla. Un uomo sensibile e intelligente, lontano da mode e tendenze pittoriche di maniera. Muntoni è continuamente alla ricerca del genio dei luoghi e delle persone. Dei suoi soggetti, infatti, egli vuole catturare lo spirito, e ciò lo fa agendo su due punti di vista, l’insider e l’outsider, il dentro e il fuori. Giunge, in tal modo, attraverso la conoscenza di due punti di vista che non solo non si eliminano, ma al contrario sono contemporaneamente esistenti nonostante le differenze prospettiche, ad andare oltre il mero apparire (che pure narra con precisione) per conquistare l’emozione dell’essere individuale”.
Yvette Mancuso: a 4 anni è la volontaria più piccola d’Ogliastra. La storia della bimba che sa ascoltare gli animali

Ogliastra, l'angelo dei quattro zampe ha solo 4 anni. La piccola Yvette segue le orme di papà Gianluca e mamma Yuana: il suo, un legame innato con gli animali più sofferenti e bisognosi.
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Nel cuore dell’Ogliastra c’è una bambina che non gioca solo con le bambole, ma che ha imparato a leggere il linguaggio segreto delle code che scodinzolano e delle fusa. Si chiama Yvette, è nata nel 2021 e, nonostante la sua tenerissima età, è già diventata un simbolo di speranza: è lei la volontaria più piccola del territorio.

Yvette non è diventata un’attivista per caso: è quella che si definisce una “figlia d’arte”. Cresciuta tra le braccia di Gianluca Mancuso e Yuana Sodde, pilastri del volontariato locale che hanno dedicato la loro esistenza al salvataggio di cani e gatti maltrattati, abbandonati o malati, la piccola ha assorbito l’amore per il prossimo come fosse ossigeno.

Yvette con la mamma Yuana
Ma attenzione: non si tratta di un’eredità imposta. “L’abbiamo sempre lasciata libera di decidere,” racconta con orgoglio papà Gianluca. “Non l’abbiamo mai forzata a seguire il nostro impegno. Ma quando una passione è innata, c’è poco da fare. Yvette è nata con questo fuoco dentro.”

Per Yvette, la sofferenza animale non è un tabù, ma una chiamata all’azione. La si vede spesso accompagnare mamma e papà durante i delicati momenti delle adozioni, o china sui tappetini dei cani più anziani e malati che la famiglia accoglie in casa per le cure.

La sua non è solo presenza, è partecipazione attiva. Gianluca scherza su un dettaglio che la dice lunga sul carattere della piccola: “Se non la chiamiamo quando è il momento di dare la pappa a tutta la ciurma, dovreste vedere come si arrabbia!”. Yvette conosce i ritmi, le esigenze e i farmaci; sa chi ha bisogno di una carezza in più e chi, invece, preferisce il silenzio. “È un’empatia che ha nel sangue,” prosegue il papà. “Comunica con i quattro zampe come se fossero suoi fratelli, come se lei stessa fosse parte integrante del branco.”

Yvette con papà Gianluca e Pollicino, alla cui storia è stato dedicato un libro i cui ricavi vanno in beneficenza
Mentre la società spesso fatica a insegnare il rispetto per il diverso e per il più debole, Yvette sembra aver già completato il suo percorso di studi in umanità. Per lei, la missione è naturale come respirare.

Gianluca e Yuana guardano al futuro con serenità: “Sarà lei a decidere cosa fare da grande. Noi sappiamo solo che dagli animali abbiamo tutto da imparare ogni giorno: fedeltà, libertà e, soprattutto, quell’empatia pura che Yvette ha già fatto sua”.

In un mondo che corre, la storia della piccola volontaria dell’Ogliastra ci ricorda che la gentilezza non ha età e che, a volte, i maestri più grandi sono proprio i più piccoli.
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