Che la Barbagia fosse nota per le sue spiccate manifestazioni allegoriche e carnevalesche è certamente indubbio. Ma stavolta a far notizia è un’insolita parodia di un popolare reality show, il Grande Fratello. Un’idea nata per gioco ma che nel corso dei giorni ha raggiunto livelli di approvazione oltre le aspettative.

Il Corso Vittorio Emanuele di Oliena diverrà un vero e proprio studio televisivo. L’ingresso nella “casa”, una disusa bottega di 30 mq, avverrà giovedì 27 febbraio alle 21.30 e terminerà sabato 1 marzo alle 23.30. I nove concorrenti de” L’ovile più spiato d’Italia”, condotto da “Alessia Matzuzzi”, saranno visibili per l’intera durata della permanenza all’interno della casa, o attraverso la vetrata che si affaccia nella via principale, o in differita tramite dei piccoli video che verranno condivisi volta per volta nella pagina Facebook “VET”.

Gli audaci protagonisti di questa avventura sono : Luigi Columbu (l’ideatore) titolare dell’azienda Ideas ;Gianfranco Deiana, vigile del fuoco ; Sandro Mula, ausiliario ospedaliero; Giampiero Piras (Salis), barista; Massimiliano Mele, artigiano ; Carlo Solinas, operaio (su mugnaiu); Massimo Mussone , Deejay Max Mus ;Tonino Sanna, calciatore ; Sandro Cadinu, ruspista.

L’intera comunità del Corrasi partecipa divertita alla curiosa iniziativa, donando persino alimenti e numerose bottiglie di inebriante “succo bacchico”. Insomma, un vero e proprio Show dal format folckloristico che sicuramente entrerà nella storia del Carnevale sardo e non solo. Che vinca il migliore!

Era la fine degli anni Trenta quando un geologo tedesco, Paul Dorn, trovò a Jerzu – precisamente presso Monte Lumburau – dei denti fossili molto particolari, risalenti al Giurassico Medio. A raccontare questa storia è il paleontologo Daniel Zoboli nella sua pagina Facebook informativa “Animali e piante fossili della Sardegna”.

Ma torniamo al particolare ritrovamento: lo studioso tedesco attribuì i denti a un rettile marino dalla fisionomia simile a quella di pesci e delfini, l’ittiosauro.

Non li descrisse, non li studiò e non li fotografò: ecco perché quando andarono distrutti durante il secondo conflitto mondiale non ne rimase traccia. Come spiega Zoboli, infatti, i fossili facevano parte della collezione Dorn ospitata nel Geologisches Institut der Technischen Hochschule di Braunschweig (Germania) che fu bombardato dagli alleati nell’ottobre del 1944.

E a chi si chiede cosa ci facesse un rettile marino in Ogliastra, Zoboli prontamente risponde: «L’area dell’odierna Ogliastra durante buona parte del Giurassico era sommersa dal mare.»