Scusate il ritardo, a Tertenia siamo stati fermati da un gruppo di cacciatori che voleva offrirci della birra e parlare con noi. Il candidato di Sardegna possibile alla Presidenza della Regione Michela Murgia, arriva alla presentazione dei candidati ogliastrini nella sede del Consorzio industriale di Tortoli  con un’ora di ritardo. Poco prima, nel mercatino del centro ogliastrino al confine col Sarrabus, la candiata a capo delle tre liste ha spiegato per filo e per segno il suo programma, dalla creazione di un’Agenzia  regionale delle entrate ad una politica dei trasporti che venga attuata sulla base delle reali esigenze dei sardi, alla  predisposizione di un piano per l’ istruzione e cultura come piattaforma indispensabile non solo per la crescita culturale ma anche per lo sviluppo economico dell’ intero territorio.

Odorosa e sgradevole al tempo stesso, affascinante durante la fioritura e sorprendentemente resistente: è la Ruta d’Aleppo, nota nell’isola con i nomi sardi di Arruda, Orruda, Ruda, Alba di ruda, Kurma o Kuruma. Una pianta che incarna contrasti forti, tipica della macchia mediterranea e ormai comune in tutta la Sardegna, dall’Asinara ai campi incolti e ai bordi stradali.

Monte Barlao (Gonnesa) – foto A. Saba

La Ruta d’Aleppo è un vero concentrato di chimica naturale. I suoi oli essenziali, potenti e complessi, la rendono tossica se ingerita in alte dosi e capace di provocare reazioni fotoallergiche sulla pelle esposta al sole. Nonostante ciò, la pianta ha una storia antica: un tempo considerata quasi una panacea per tutti i mali, oggi è rispettata e temuta per le sue proprietà farmacologiche e irritanti.

Dal punto di vista botanico, l’Arruda ha una base legnosa irregolare e grigia, mentre il suo sviluppo erbaceo determina l’altezza e il portamento. Generalmente cresce fino a poche decine di centimetri, ma in condizioni ottimali può superare il metro, formando cespugli fitti e caratteristici.

Foto Forestas

La Ruta d’Aleppo si adatta facilmente a terreni aridi e a climi caldi, rendendola una presenza dominante e facilmente riconoscibile nei paesaggi mediterranei. La sua combinazione di bellezza floreale, resistenza e pericolosità la rende un simbolo della Sardegna più autentica: una natura capace di affascinare e di sorprendere, ma sempre da osservare con rispetto.