Antonello Ghiani

Il commissario della Provincia Ogliastra Antonello Ghiani ha preso la sua decisione sul trasferimento dell’istituto alberghiero di Tortolì. L’ente darà corso alla delibera che prevede il controverso riassetto degli istituti scolastici della cittadina con il trasloco dei licei nei locali delle industriali per far posto ai futuri ragionieri a loro volta “sfrattati” dall’edificio di viale Santa Chiara dagli studenti dell’alberghiero.

La delibera del consiglio comunale di Tortolì, che sabato scorso ha  approvato tra mille polemiche una proposta alternativa caldeggiata dal Comitato che si oppone al trasferimento dei liceali, non  è servita a far cambiare idea al commissario. La decisione non mancherà di suscitare polemiche. Le prime riflessioni, in attesa di un trasloco che sembra ormai imminente, arrivano dagli studenti  di industriali, ragioneria,  liceo classico e scientifico, che affidano ad una lettera aperta i loro pensieri.

“In data odierna – si legge nel documento  presso la sede della Provincia Ogliastra ormai defunta nella città di Tortolì, si è tenuta un’assemblea avente come oggetto l’approvazione di un piano di razionalizzazione degli istituti superiori. In seguito alla decisione definitiva e immediatamente esecutiva del commissario straordinario della Provincia dell’Ogliastra, gli studenti saranno costretti al trasloco da un edificio ad un altro entro 60 giorni che comporterà una ristrettezza di spazi necessari allo svolgimento delle attività scolastiche.

Il commissario, a cui è stato conferito un potere decisionale monocratico, continua a rifiutare categoricamente le proposte alternative e migliorative che non sconvolgerebbero assolutamente la situazione degli edifici. La proposta alternativa garantisce la possibilità di usufruire di ulteriori 14 aule disponibili in seguito ad una delibera del Consiglio Comunale di Tortolì. Oggi, durante la riunione in cui erano presenti il Commissario Straordinario Dr. Antonello Ghiani, uno solo dei due dirigenti scolastici interessati, gli ingegneri che si occupano della formulazione del progetto, alcuni giornalisti e alcuni genitori senza nessun criterio di rappresentatività, è stata comunicata l’immediata esecutività dei traslochi.

In seguito due rappresentanti  degli studenti di ogni istituto hanno ottenuto finalmente un colloquio diretto con il Commissario e l’ingegnere per discutere focali del piano. “Nonostante le nostre richieste alla commissione di far partecipare anche gli ingegneri e i professori che si sono occupati e hanno lavorato assiduamente al progetto alternativo, il Commissario si rifiuta e affronta noi studenti nella sala dove si è tenuta la conferenza in un confronto non alla pari: infatti da una parte abbiamo tecnici professionisti, dall’altra semplici studenti che comunque hanno cercato di tener testa e di confutare con decisione le motivazioni e le scelte della proposta della Provincia con le conoscenze che avevano maturato in tutte settimane di agitazione. Ribadiamo l’assurdità del fatto che ci sia stato impedito l’intervento delle persone qualificate che difendevano la nostra proposta.E’ significativo il fatto che tecnici abilitati e lo stesso commissario non abbiano saputo rispondere ad alcune nostre domande precise. Una riguarda la precisa tabella di spese previste per gli spostamenti degli studenti in vari edifici da loro decisi, l’altra è il motivo per cui continuano a pagare l’affitto ad un privato per i locali adibiti ad officina fuori norma. Un’altra contraddizione riguarda il mancato utilizzo delle cucine dell’Istituto Alberghiero: da una parte la Provincia Ogliastra continua a pagare l’affitto dei locali destinati ai laboratori di cucina, dall’altra sorge la lamentela sulla stampa di essere impossibilitati all’utilizzo di tale struttura e di conseguenza alla perdita di sei ore settimanali di lezione”.

«La mia mission quotidiana quando si parla di arte è la comunicazione. Nel mio lavoro ci metto testa e cuore, il mio bagaglio tecnico culturale e la ricerca estetica e comunicativa.»

Nicola Puddu, 34enne bariese, è un artista, sì, ma sempre in ascolto. La sua strategia? Be’, la comunicazione legata al creare, al dare vita a opere che siano rappresentative, ricche di messaggi, importanti per chi le vede. Del resto, la sua era un po’ una carriera segnata. Il babbo e il nonno hanno sempre gestito una falegnameria, mettendo molta creatività in quel che facevano, e lui è cresciuto tra legni intagliati, oggetti a cui veniva data una personalità, pensieri e progetti.

Dopo l’Istituto d’Arte di Lanusei, prima indirizzo Legno e poi Architettura e Arredamento, nel 2009 fa il suo ingresso all’Accademia di Belle Arti di Sassari indirizzo Scenografia: «La mia intenzione? Assolutamente perfezionare le mie competenze in ambito di progettazione.»

All’inizio, l’arte per Puddu era solo un percorso di studi, tuttavia.

«Il vero richiamo l’ho sentito dopo aver passato un lungo periodo complicato e così, durante la pandemia, ho realizzato un murale nella mia cameretta che è la riproduzione del San Michele Arcangelo di Luca Giordano del 1663. Un’opera per me significativa.»

Poi arrivano quelli per la comunità bariese.

«Il primo murale l’ho realizzato nel 2022. Lavoravo per una cooperativa sociale che si occupava di curare il verde pubblico per il comune di Bari Sardo, così ho avuto modo quasi per caso di parlare con l’assessore Andrea Murru della sua idea di realizzare dei murales per il paese ed ho colto l’occasione per parlargli del mio curriculum da novizio. Lui mi ha dato fiducia da subito e, in accordo con l’amministrazione comunale, mi ha affidato la continuazione di un progetto già avviato. Dipingere la facciata del Palazzetto dello sport di Bari Sardo che era costituita da sei pareti. Il progetto era iniziato nel 2021 da due artiste del paese io ho accolto con entusiasmo la proposta ed ho realizzato il mio primo murale a tema “rispetto”.»

Da quel momento Puddu ne realizza altri tre, tutti a tema rispetto.

Affezionato a tutte le sue opere, Puddu non nasconde che grande emozione la prova verso quello della sua cameretta, il primo dopo un periodo buio. Del resto, l’arte aiuta sempre a uscire dai tunnel grigi della vita.

«Anche il mio papà è un artista come lo è stato a sua volta anche mio nonno» continua il 34enne. «Entrambi hanno gestito egregiamente la falegnameria. In particolare, mio padre ha vissuto la crisi dell’attività ed è proprio da questa crisi che ha trovato spazio la creatività nel creare opere che rappresentano il riscatto di materiali di recupero uniti alla naturalezza nelle forme del legno.»

Ora, il bariese sta lavorando a un nuovo murale: «Niente spoiler» ride. «Non avrei mai pensato di fare questo lavoro, ma la vita mi ha stupito con un’opportunità che mi rende felice.»