Centu Contus de Iersu

Centu Contus per raccontare la storia di Jerzu, tra passato e presente.

Tonino Serra, ex sindaco di Jerzu e medico fisiatra, da tempo si occupa di saggistica e letteratura, con una particolare attenzione alla storia ogliastrina e al recupero delle storie del passato. Fresco di pubblicazione, arriva  “Centu Contus de Iersu”, una raccolta di 112 racconti che si addentrano nella storia e nella società del paese, affondando le radici anche nei segreti del passato jerzese. “Il libro raccoglie brevi racconti che nel tempo ho pubblicato in un gruppo facebook dedicato al comune di Jerzu – racconta Tonino Serra – e che spero possano aiutare i cittadini a riscoprire la propria identità. In questo periodo di crisi, è necessario riacquistare le forze e rinascere. Più di quattrocento persone hanno già prenotato il testo. Speriamo, con la vendita, di ottenere un budget per stampare un nuovo libro storico-fotografico dedicato alla città e ai suoi abitanti”.

La presentazione di “Centu Contus de Iersu” è prevista per venerdì 2 agosto alle 19.30 presso la centrale Piazza Europa. L’evento, presentato da Roberta Carta, si avvarrà degli interventi dell’autore, dell’amministratore del gruppo Renato D’Ascanio, del primo cittadino Roberto Congiu, del presidente della Pro Loco Antonio Deiana e dei componenti del gruppo facebook “Jerzesi”. Il compito di intervellare gli interventi spetterà alla musica, alle letture tratte dal libro, alla proiezione di antiche foto del paese e alla visione della video-intervista ad uno storico personaggio della cittadina.

Si tratta di uno strumento musicale tradizionale sardo, molto antico composto da un cilindro di sugherone, poi sostituito anche da grossi barattoli in latta. Sopra la sommità del cilindro viene fissata una membrana di pelle ben tesa fermata con dello spago.

Al centro della membrana dall’interno del cilindro viene fissata una sottile cordicella coperta di pece fermata con due dischetti di cuoio. Tenendo saldamente la cordicella tra le dita e facendola scorrere attraverso la membrana, quest’ultima vibra producendo un suono cupo e basso.

In realtà se per l’uomo non sembra particolarmente fastidioso, lo è moltissimo per i cavalli, che sentendolo all’improvviso si spaventano, si impennano e disarcionano chi li cavalca, oppure si danno alla fuga allontanandosi velocissimi.

Proprio per questa ragione “Su trimpanu” veniva usato dai malviventi e i latitanti braccati dai Carabinieri, per spaventare i cavalli dei militari e riuscire a scappare. Dunque per un lungo periodo l’uso di questo strumento musicale fu vietato dalla legge.

Oggi questo antico strumento viene utilizzato soprattutto nelle sfilate tradizionali e in occasione delle manifestazioni legate al carnevale. Un trimpanu originale, sequestrato tanti anni fa, all’epoca del banditismo sardo, si può ammirare nel piccolo museo allestito nella Legione dei Carabinieri di via Sonnino a Cagliari.