Il Cardedu schianta il Sadali,la Castor pareggia in trasferta.

Domenica positiva per le due ogliastrine impegnate nei triangolari play off e play out. Al comunale San Paolo di Cardedu, i ragazzi allenati da Boi ottengono una vittoria importante (3-1) in chiave salvezza contro il Sadali. Basterà infatti un pareggio nella prossima sfida in trasferta contro il Samugheo, a Sonis e compagni, per vincere il triangolare e guadagnare la permanenza in prima categoria.

Le emozioni non sono mancate e la partita è divertente sin dalle prime battute. La prima occasione è per gli ospiti. Cardu va via in area e ci vuole subito la reattività di Ladinetti per respingere la conclusione del numero nove del Sadali. La risposta dei locali non si fa attendere e al primo affondo passano. Lancio di Doneddu per Samuele Lorrai, intervento sciagurato con la mano di un difensore ospite. Rigore, Corgiolu realizza. Al 12′ Michele Ladu conclude male su invito di Sonis. Sempre Ladu, al 29′, in girata chiama al miracolo il portiere ospite. Nel momento migliore per il Cardedu, gli ospiti pareggiano al 31′. Lancio a scavalcare la difesa di Depau, Cardu sul filo del fuorigioco, salta con un pallonetto Ladinetti e deposita nella porta sguarnita. Parità e il Cardedu perde anche per infortunio Melis. Al 37′ il Sadali per poco gli ospiti non raddoppiano con un diagonale insidioso. Al 40′ punizione di Sonis, testa di Deplano, facile parata dell’estremo difensore ospite. Ancora i locali con Ladu di testa, palla alta sopra la traversa.Allo scadere del primo tempo Doneddu sfiora il gol su punizone.

Nel secondo tempo sono sempre gli ospiti a partire subito forte con una conclusione di Cardu, Ladinetti attento. Al 55′ Doneddu sfiora ancora il vantaggio ma è ancora bravissimo il portiere ospite. Al 66′ il Cardedu va nuovamente in vantaggio. Pilloni va via al diretto avversario. Pallone al centro per l’accorrente Lorrai, 2 a 1. Il Sadali non ci sta e prova subito ancora con Cardu, Ladinetti risponde ancora una volta presente. La tensione è alta. A farne le spese sono un dirigente della squadra ospite e l’allenatore di casa, entrambi fatti allontanare dal direttore di gara. Al 73′ Ladu sfiora il terzo gol di testa. Cardedu in dieci al 75′, espulso Pilloni. L’inferiorità numerica non intacca la voglia di vittoria dei locali che ,anzi, chiudono i conti all’ 82′ con Federico Scattu. Pareggia invece la Castor di mister Lai. In casa della Fermassenti, i granata non vanno oltre lo 0 a 0. La prima occasione è dei cagliaritani con Sannia al 17′, la sua conclusione viene deviata in corner. Ancora Frassinetti al 21′ con Sanna, palla alta di pochissimo.

Partita bloccata, le due squadre si fronteggiano soprattutto a centrocampo. Sussulto della Castor al 66′. Mirko Marongiu confeziona un assist al bacio per Devigus. Il capitano granata salta Angioni in uscita e calcia incredibilmente sul palo. All’ 85′ ancora una verticalizzazione di Marongiu sempre per Devigus, Angioni salva alla disperata. Gli ultimi minuti della gara scivolano via senza alcuna emozione. In virtù del pareggio ottenuto in trasferta, i ragazzi di Lai domenica prossima osserveranno un turno di riposo. Si affronteranno invece al Santa Sofia di Arbus, domenica 26 maggio, la squadra di mister Agus e la Frassinetti di mister Filippi. Chiuderà il triangolare play off, domenica 2 giugno al “Zinnias”, Castor-Arbus. Ricordiamo che la vincente del triangolare salirà direttamente in promozione.

A Punta La Marmora (Perdas Crapías), la vetta più alta della Sardegna, le rocce affioranti raccontano una storia di oltre 300 milioni di anni, ma senza tracce fossili. Come spiega il paleontologo Daniel Zoboli, qui le rocce hanno subito un intenso processo di metamorfismo, noto ai geologi come “Filladi Grigie del Gennargentu”, che ha cancellato ogni possibile residuo fossile.

Foto Daniel Zoboli

Il metamorfismo, dovuto ad alte pressioni e temperature durante l’Orogenesi Varisica, ha deformato le rocce, creando evidenti pieghe ductili, visibili nei blocchi affioranti. Il corrispettivo meno metamorfico di queste rocce sono le “Arenarie di San Vito”, affioranti nella Sardegna meridionale e risalenti al periodo Cambriano medio–Ordoviciano inferiore.

Queste formazioni raccontano non solo la storia geologica della Sardegna, ma anche le dinamiche tectoniche che hanno modellato le montagne e i paesaggi che oggi ammiriamo.