Determinata, ironica, instancabile. Sabrina Caredda è una di quelle persone che non si limitano a sognare un futuro migliore per il proprio territorio, ma lavorano ogni giorno per costruirlo. Imprenditrice di Arbatax, con alle spalle una lunga esperienza nel turismo e nella comunicazione, ha trasformato l’amore per il suo paese in una missione quotidiana fatta di idee, iniziative e impegno civico.
«L’unico e vero motivo per cui ho investito il mio tempo e le mie risorse in questo luogo è l’amore e il rispetto che ho per il mio paese d’origine», racconta. «Mia madre e mio nonno paterno sono nati qui, e ho sempre creduto che Arbatax avesse, e abbia ancora, grandi potenzialità. Basterebbe davvero poco per vederla come un piccolo gioiello incastonato fra il porfido rosso».
Il suo percorso comincia agli inizi degli anni Duemila, quando fonda il primo sito ogliastrino dedicato alle case vacanza. Poi apre un infopoint turistico e uno studio grafico digitale — attività che, come lei stessa ricorda, «non esistevano ancora nel territorio per com’erano strutturate». Un lavoro pionieristico, costruito passo dopo passo, con l’entusiasmo di chi vede nel turismo non solo un settore economico, ma una forma di valorizzazione culturale e identitaria.
Negli anni, Sabrina ha continuato a reinventarsi, adattandosi ai cambiamenti e alle sfide del tempo. Una delle sue iniziative più note è il gruppo Facebook “Segnala a Tortolì-Arbatax”, nato con l’intento di facilitare il dialogo tra cittadini e amministrazione. «L’avevo creato col puro intento di essere di supporto all’amministrazione, e avrei voluto cederlo gratuitamente. Purtroppo non ne è stata colta l’importanza e la pagina è stata vista come un problema, invece che come un’opportunità».

Sabrina Caredda
La sua mente, come ammette con un sorriso, non conosce pause. «Credo sia questione di DNA. Da genitori tuttofare ho sempre avuto una mente aperta alle idee progettuali di qualunque genere. Penso che con la buona volontà si possano fare tante belle cose». Un’energia creativa che, però, si scontra spesso con la burocrazia e la lentezza delle istituzioni. «Purtroppo molte iniziative vengono ostacolate dalle immense e stupide burocrazie. È davvero un peccato, perché sono sicura che senza questi ostacoli tutta la comunità avrebbe uno spirito differente e si impegnerebbe di più a tutela del proprio territorio».
Nonostante tutto, Sabrina non si è mai arresa. Anche quando ha dovuto fare di testa sua, lo ha fatto con passione. «Spesso ho realizzato idee senza seguire le regole, come ad esempio allestire Portu per diversi Natali passati, a mio rischio e spese».
Quando parla del futuro di Arbatax, il tono cambia, si fa più riflessivo. «Ci sono troppi singoli interessi economici in un porto così piccolo, e purtroppo l’Arbatax che mi piacerebbe vedere resterà solo nei miei sogni. La sogno pulita, curata in ogni dettaglio, priva di mille orrende recinzioni e strutture decadenti. Se potessi toglierei cemento e non ne metterei di nuovo. Mi piacerebbe vedere più professionalità e più rispetto per la natura e la storia di Arbatax, che pezzo a pezzo sta sparendo».
Dietro l’ironia e la determinazione, c’è anche la consapevolezza che cambiare le cose non è semplice. «Ho imparato che non si può far affidamento su chiunque usi solo una tastiera per dire la sua. Nella realtà dei fatti, molti scrollano le spalle perché l’impegno richiesto è troppa cosa».
Ma Sabrina non perde mai il sorriso, né la capacità di guardare avanti. Quando le si chiede se abbia un progetto in mente per trasformare Arbatax in un modello di turismo sostenibile, risponde con malizia: «Top secret: ci sto già lavorando!». E alla domanda su come affrontare le sfide future, scherza: «Non ho la sfera magica, ma forse la soluzione è semplice: sposare un ricco arabo!».
Si definisce «parte attiva della comunità», consapevole che la sua caparbietà può talvolta infastidire. «Forse do fastidio per la mia testardaggine da puro ariete. Se credo in qualcosa parto in quarta e non mi ferma nessuno. E soprattutto non lecco i piedi a nessuno per raggiungere i miei obiettivi».
A chi vuole impegnarsi per la propria città, offre un consiglio tanto concreto quanto ironico: «Di fare qualsiasi cosa gli venga in mente, purché nella legalità e nel rispetto di persone e luoghi. Ma soprattutto di passare al mercatino e comprarsi qualche fegato di scorta e tanti cornetti antisfiga».
In lei convivono idealismo e ironia, sogno e pragmatismo. Sabrina Caredda è il volto di un’Arbatax che non si arrende, che crede nella bellezza del proprio territorio e nella forza delle persone che lo abitano. Un esempio di come l’amore per un luogo possa trasformarsi in energia creativa e in azione concreta, anche quando le sfide sembrano più grandi di tutto il resto.

Sabrina Caredda
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