Alla scoperta delle Piscine di Monte Ferru: dove l’Ogliastra nasconde un paradiso di vasche rosse e cascate rigeneranti

Vicino alle splendide spiagge della bassa Ogliastra, nella Sardegna centro-orientale, si cela un tesoro che le guide turistiche tendono a sussurrare, più che a urlare: in un bosco rigoglioso, si apre uno scenario da favola, dove le limpide acque sono le protagoniste assolute. Stiamo parlando delle piscine naturali di Monte Ferru, note anche come piscine naturali di Coccorrocci, un vero e proprio santuario verde incastonato tra mare e montagna.
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Alla scoperta delle Piscine di Monte Ferru: dove l’Ogliastra nasconde un paradiso di vasche rosse e cascate rigeneranti.
Vicino alle splendide spiagge della bassa Ogliastra, nella Sardegna centro-orientale, si cela un tesoro che le guide turistiche tendono a sussurrare, più che a urlare: in un bosco rigoglioso, si apre uno scenario da favola, dove le limpide acque sono le protagoniste assolute. Stiamo parlando delle piscine naturali di Monte Ferru, note anche come piscine naturali di Coccorrocci, un vero e proprio santuario verde incastonato tra mare e montagna.

Le piscine naturali di Monte Ferru
Definire questo luogo semplicemente come un punto di sosta sarebbe riduttivo: è una sinfonia della natura. A pochi passi dai ‘gioielli’ costieri di Gairo Sant’Elena e dalla marina di Cardedu, procedendo verso il versante orientale del Monte Ferru, la cima ‘costiera’ più alta in Sardegna (che raggiunge gli 875 metri), ti ritroverai in mezzo a uno spettacolo della natura. La magia inizia dalla sorgente su Accu ‘e s’Axina: qui, acque cristalline si incanalano verso valle creando in successione cascatelle, con salti di qualche metro, e ‘riposandosi’ in vasche di porfido rosso di varia larghezza e profondità.
Lo scenario è incantevole. Le piscine appariranno davanti a te al termine di un intreccio di lecci, ginepri e oleandri. Le acque pure, limpide e freschissime sono ideali per un bagno rigenerante, specie durante l’afa estiva: non potrai fare a meno di sentirti cullato dal dolce suono delle cascatelle, trovando un sollievo unico nel cuore pulsante del Mediterraneo.

Le piscine naturali di Monte Ferru
Raggiungere questo paradiso richiede un pizzico di curiosità e attenzione. Per arrivare alle piscine percorrerai un sentiero segnalato da varie indicazioni – riportate su cartelli e dipinte su alcune rocce -, costeggiando il letto di un torrente fino a una sorta di gradinata naturale in pietra, da cui accederai alla prima vasca e in successione alle altre più ‘a monte’. È un cammino che, pur essendo avventura, offre anche comodità: durante il tragitto potrai sostare nelle comode aree picnic.
L’area circostante non è solo bella, ma biologicamente vitale, tanto da essere classificata come sito di interesse comunitario: non sarà difficile comprenderne il motivo. Se alzerai lo sguardo con discrezione, potresti avvistare, mentre sorvolano i rigogliosi boschi, aquile reali, falchi pellegrini e della regina, che utilizzano il massiccio come rotta o dimora.
Ma l’avventura non si esaurisce nelle vasche: potrai anche proseguire sino alla sommità del Monte Ferru, a 875 metri. Da lassù la vista si allarga su costa ed entroterra di tutta l’Ogliastra, a nord sulla piana di Tortolì, sino al Supramonte di Baunei e a Perda Liana, verso sud, fino alla costa di Quirra. I quasi duemila ettari di territorio del massiccio offrono occasioni per escursioni di trekking, a cavallo o in mountain bike, un paradiso per chi cerca il contatto estremo con la natura.

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Alla scoperta del Selvaggio Blu, il trekking più spettacolare d’Europa lungo la costa e l’entroterra di Baunei

Non è un semplice percorso, ma l'incarnazione dell'avventura estrema: il Selvaggio Blu si è guadagnato a pieno titolo la fama di trekking più famoso e spettacolare d’Italia e d’Europa. Andiamo a scoprirlo.
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Alla scoperta del Selvaggio Blu, il trekking più spettacolare d’Europa lungo la costa e l’entroterra di Baunei.
Non è un semplice percorso, ma l’incarnazione dell’avventura estrema: il Selvaggio Blu si è guadagnato a pieno titolo la fama di trekking più famoso e spettacolare d’Italia e d’Europa. Andiamo a scoprirlo.
Si tratta in effetti di uno degli itinerari più difficili e suggestivi del panorama escursionistico italiano ed europeo, un’esperienza unica nel suo genere che si snoda contemporaneamente tra mare e montagna in uno dei territori più incontaminati del Mediterraneo. Questo cammino non è una passeggiata, ma una vera e propria sfida che richiede preparazione e rispetto per la natura sarda.
L’idea che sta alla base di questo inimitabile trekking risale agli anni Ottanta e si deve all’intuizione di due alpinisti, Mario Verin e Peppino Cicalò. I due, venuti “dal Continente”, come si dice ancora in Sardegna, sebbene Cicalò sia in realtà di origine sarda, hanno avuto il merito di intuire il potenziale di questa costa aspra. Incoraggiati dall’amministrazione comunale del tempo, gli alpinisti esplorarono palmo a palmo il tratto di costa baunese tra Pedra Longa e Cala Luna, osservati con un misto di stupore e sospetto dai pastori del Supramonte, alla ricerca di sentieri nascosti e passaggi dimenticati.

Il Selvaggio Blu
In due successive stagioni “esplorative”, la prima nel maggio 1987, la seconda l’anno successivo, l’intuizione di creare un percorso “speciale” unendo i sentieri dei pastori e le mulattiere dei carbonai portò alla nascita di un accattivante itinerario costiero. I due Verin e Cicalò, intuendo le potenzialità di simili percorsi, pubblicarono nel 1989 una brochure, intitolata “Baunei Sentieri”, riconosciuta come “la madre di tutte le guide escursioniste del territorio di Baunei”. Fin da subito, fu specificato che l’itinerario, da loro battezzato “Selvaggio Blu”, “è adatto esclusivamente ad esperti escursionisti ben allenati, con buone capacità di orientamento ed una consolidata capacità arrampicatoria”.
Il percorso originale si articola in cinque giorni di cammino lungo i sentieri invisibili dei pastori e le scale di tronchi a strapiombo sul mare, attraversando falesie, rocce spettacolari, antichi ovili, boschi di lecci secolari, macchia mediterranea, spiagge bianche e cale incontaminate. Si tratta di un sentiero emozionante e faticoso che, perdendosi nello spazio e nel tempo, pone l’escursionista davanti alla durezza della vita dei pastori e dei carbonai che da sempre lo hanno attraversato per necessità.

Ferrata sopra Cala Goloritzè
È un’avventura impegnativa e affascinante lungo un percorso di 50 chilometri fatto di sentieri impervi dal fondo sconnesso, traversi su roccia, arrampicate e calate in corda, immersi nei colori di una natura mozzafiato: il grigio del calcare, il verde della macchia mediterranea, il profondo blu del mare, il bianco delle spiagge. Il percorso base “Pedra Longa – Cala Luna” è solitamente diviso in cinque o sei tappe, in base alle esigenze, e alle competenze, dei partecipanti. Ogni singola tappa prevede dalle 5 alle 7 ore di cammino. I passaggi spettacolari, a volte a centinaia di metri a strapiombo sul mare, non si contano.
L’avventura è autentica e richiede meticolosa pianificazione. Nei punti più difficoltosi da superare risultano ancora oggi preziosi e insostituibili gli antichi “scalones”, ovvero le passerelle in ginepro costruite dai pastori più abili ed esperti. Calate in corda lungo pareti a strapiombo sul mare e bivacchi notturni in antichi ovili, contribuiscono a rendere incantevole e avvincente questo impareggiabile trekking. Le notti vengono trascorse sotto il cielo stellato, nei bivacchi posti poco sopra le cale, in ottemperanza all’ordinanza del Comune di Baunei che vieta i bivacchi in spiaggia.

Il Selvaggio Blu
La chiave di sopravvivenza è l’organizzazione: durante il percorso non ci sono punti di ristoro o rifugi per cui ci si deve sistemare con il materassino e sacco a pelo a cielo aperto ed è necessario organizzare in anticipo i rifornimenti di acqua e cibo (da mare o terra a seconda delle tappe, del meteo e di dove si sceglie di passare la notte). L’idea lanciata dai due alpinisti è stata successivamente valorizzata dalle esperte guide locali, che da anni offrono la possibilità di affrontare il “Selvaggio Blu” a tutti coloro che vogliono provare l’emozione di vivere per sei giorni a stretto contatto con la natura incontaminata. Un’esperienza per i pochi che osano, e che tornano a casa con il ricordo del trekking più spettacolare d’Europa.

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