Il poeta Gabriele D’Annunzio era follemente innamorato della Sardegna: ecco cosa disse della nostra Isola

“Ho nostalgia della Sardegna da dodici anni, come d’una patria già amata in una vita anteriore”, scrisse. Un amore raro, profondo, e in netta controtendenza rispetto ai grandi del passato.
Nel 1882, un giovane Gabriele D’Annunzio sbarcava in Sardegna e ne rimaneva folgorato. A differenza di Dante e di Cicerone, il Vate vide nella Sardegna una terra magica e affascinante.
Visitò Oliena, Alghero, Nuoro, Villacidro e Cagliari, incantato dai paesaggi selvaggi, dalla forza della natura e dall’umanità arcaica degli abitanti. Il vino Nepente lo ispirò a tal punto da elogiarlo con parole estatiche; la cascata Sa Spendula e le saline di Molentargius divennero poesia.
Nonostante avesse promesso di scrivere un libro su quell’esperienza, il progetto non vide mai la luce. Ma nelle lettere e negli articoli lasciò un messaggio chiaro: la Sardegna lo aveva stregato. “Ho nostalgia della Sardegna da dodici anni, come d’una patria già amata in una vita anteriore”, scrisse. Un amore raro, profondo, e in netta controtendenza rispetto ai grandi del passato.

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