Quiz per sardi doc: un nuraghe a più di 900 metri d’altezza. Sapete dove ci troviamo?

I nuraghi di Sardegna sono straordinarie finestre sul passato, ponti simbolici tra la civiltà nuragica e il cielo stellato. Luoghi in cui la pietra sembra ancora parlare, raccontando storie di uomini, di dèi e di stelle
Arroccato a 910 metri di altitudine sul Tacco di Gedili, nel territorio di Jerzu, il Nuraghe Gedili si distingue come uno dei siti archeologici più affascinanti e misteriosi della Sardegna. Si tratta di un nuraghe bilobato, formato da due torri principali – la Torre A e la Torre B – circondate dai resti di un antico villaggio nuragico. Nonostante i crolli che hanno interessato alcune parti della struttura, il complesso conserva ancora oggi un’impressionante solidità e continua a incuriosire studiosi e appassionati per la sua architettura sofisticata e il potenziale significato simbolico.

Foto di Fabrizio Bibi Pinna
Uno degli elementi più intriganti del sito è rappresentato dalle cinque finestrelle disposte a raggiera all’interno della Torre B. Più che semplici aperture per l’areazione o l’illuminazione, queste fenditure sembrano seguire un preciso orientamento astronomico, suggerendo un possibile legame con i cicli solari, come solstizi ed equinozi. Secondo alcuni archeoastronomi, potrebbero aver avuto un ruolo rituale o cerimoniale, legato all’osservazione del cielo e al culto degli astri.
È proprio questa fusione tra architettura e cosmo a rendere il Nuraghe Gedili un sito così affascinante. Sempre più studiosi condividono l’idea che molti nuraghi – Gedili incluso – non fossero esclusivamente opere difensive, ma anche veri e propri templi sacri, concepiti per celebrare e scandire i ritmi della natura e del tempo.
Le teorie sull’uso e sul significato del nuraghe sono tuttora in fase di studio, ma una cosa è certa: Gedili continua a essere una straordinaria finestra sul passato, un ponte simbolico tra la civiltà nuragica e il cielo stellato che ne ispirò la costruzione. Un luogo in cui la pietra sembra ancora parlare, raccontando storie di uomini, di dèi e di stelle.

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