Lo sapevate? In sardo la parola Cabudanni non indica il 1° Gennaio

Che cosa significa in sardo la parola Cabudanni?
Lo sapevate? In sardo la parola Cabudanni non indica il 1° Gennaio.
Che cosa significa in sardo la parola Cabudanni?
Lo sapevate che in Sardegna il vero “Capodanno” non è quello che festeggiamo il primo gennaio, ma cade in settembre? Sì, avete capito bene: la parola “Cabudanni”, in sardo, significa proprio settembre, ed era considerato il primo mese dell’anno agrario. Questo curioso dettaglio affonda le sue radici nella storia e nella tradizione: “Cabudanni” deriva dal latino “Caput Anni”, ossia “inizio dell’anno”, ma non si riferiva all’anno civile come lo intendiamo oggi, bensì a quello agricolo, che per secoli ha regolato la vita quotidiana e le attività economiche dei sardi.
Immaginate: siamo nel mondo antico, e mentre altrove ci si preparava a salutare l’anno nuovo tra dicembre e gennaio, in Sardegna tutto iniziava a settembre. Era il mese in cui si aprivano le danze del raccolto, si avviavano la vendemmia e altre attività fondamentali per il sostentamento della comunità. Non solo: settembre era anche il momento di tirare le somme e guardare avanti, stipulando nuovi contratti di lavoro e rinnovando accordi per i campi, i braccianti, i pastori e persino le domestiche. Un mese di nuovi inizi, ma con i piedi ben saldi nella terra.
La scelta di settembre come “Capodanno” non era casuale. L’influenza bizantina, molto forte in Sardegna, ha giocato un ruolo chiave: nel calendario bizantino, adottato intorno al 462 d.C., l’anno cominciava proprio a settembre, in linea con le tradizioni agrarie e le esigenze delle società rurali. Questo calendario rimase in uso per secoli, fino all’introduzione del calendario gregoriano, che spostò ufficialmente il capodanno al primo gennaio, lasciando però intatte molte tracce della tradizione.
Ancora oggi, le feste e le celebrazioni di settembre riflettono quel passato: basti pensare alle tante sagre e alle celebrazioni dedicate a Santa Maria nei diversi paesi dell’Isola. Anche senza rendercene conto, il ricordo di quel “Capodanno agricolo” vive nelle nostre usanze e nei ritmi che il mese di settembre porta con sé: nuovi progetti, ripresa delle attività dopo la pausa estiva, e quella sensazione di ricominciare che è più forte che mai. Quindi, la prossima volta che sentite parlare di “Cabudanni”, ricordate: è un viaggio nella storia, nella cultura e nelle radici profonde di una terra che ha sempre saputo celebrare i suoi inizi nel momento in cui la natura si prepara a dare il meglio di sé.

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