Tortolì piange la scomparsa di Giorgio Pusceddu, figura amatissima e stimata in tutta la comunità. La notizia è stata data dalla Caritas di Tortolì con un commovente messaggio che ha subito suscitato un’ondata di emozione e cordoglio:

“Ci ha lasciati, improvvisamente ieri, Giorgio Pusceddu. Buono, coinvolgente con il suo sorriso e la sua cortesia. Lo ricordiamo con gioia. E ora lo diciamo ancora più forte: ‘Il grido del povero sale fino a Dio’. Ora Lui ti accolga per sempre nel suo cuore di Padre. Insieme alla nostra preghiera amica”.

La comunità ha accolto con incredulità e dolore la notizia, mentre sui social si moltiplicano i messaggi che lo ricordano come un uomo buono, gentile e sempre pronto ad aiutare gli altri. “Un amico di tutti”, lo definiscono, sottolineando il suo sorriso contagioso, la sua cortesia e la capacità di regalare una parola buona, una battuta o una barzelletta per strappare un sorriso anche nei momenti difficili.

La sua improvvisa scomparsa lascia un vuoto incolmabile. Centinaia di persone hanno voluto dedicargli un pensiero sui social, ricordandolo con affetto e stima. “Sempre pronto a strappare un sorriso”, scrive qualcuno. “Un uomo raro, con un cuore grande e un’anima gentile”, aggiunge un altro.

La città di Tortolì si stringe attorno alla famiglia e agli amici di Giorgio in questo momento di dolore, consapevole che il suo ricordo resterà vivo nei cuori di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Addio, Giorgio. Il tuo sorriso e la tua bontà saranno per sempre una luce per la comunità che tanto ti ha amato.

Tra le tante immagini che compongono il murale dei record di Franco Mascia a Tortolì, ce n’è una che colpisce in modo particolare per la sua forza evocativa: delle mani che chiudono con cura i culurgiones, il primo piatto tipico per eccellenza dell’Ogliastra. Un dettaglio che va ben oltre la semplice rappresentazione gastronomica, perché racchiude in sé la memoria, l’identità e il valore delle tradizioni tramandate di generazione in generazione.

Il murale, realizzato nella zona industriale di Tortolì, è una vera e propria opera monumentale: 432 metri di pittura che raccontano, attraverso figure e simboli, la storia della città e le persone che ne hanno segnato la crescita. In questo immenso racconto visivo, le mani che modellano la pasta diventano il simbolo della sapienza femminile, della quotidianità domestica e dell’orgoglio di una comunità che si riconosce nei suoi gesti più autentici.

Per questo il murale di Mascia ha scelto di raccontarli: perché nelle pieghe della pasta si riflette l’anima di un intero territorio.

Così, accanto ai volti, alle scene storiche e agli omaggi a chi ha contribuito allo sviluppo di Tortolì, il dettaglio delle mani che chiudono i culurgiones ci ricorda che l’identità di un popolo si costruisce anche a tavola, nei gesti quotidiani che diventano memoria collettiva.