L’arte urbana prende vita a Triei: murales e creatività per uno spazio comune più bello

Monia Buoncompagni, studentessa dell'Accademia di Belle Arti di Brescia, realizzerà un murales per la sua tesi di laurea, sotto la supervisione del Professor Davide Tolasi. Il progetto si svolgerà a Triei, luogo d'origine della famiglia dell’artista. Parallelamente, prosegue il lavoro dell'artista Michela Casula, arricchendo ulteriormente il territorio con la sua opera
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Il toporagno sardo dai denti bianchi: un piccolo custode dei boschi dell’isola

Presente da millenni in Sardegna, la Crocidura russula ichnusae è una piccola specie endemica affascinante e ancora poco conosciuta.
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Piccolo, schivo, ma sorprendentemente adattabile: è il toporagno dai denti bianchi, e in Sardegna ne vive una sottospecie unica al mondo, la Crocidura russula ichnusae, presente nell’isola sin dal IV millennio a.C., come attestano i ritrovamenti nella grotta di Su Guanu. Questo minuscolo mammifero, lungo appena 9–13 cm e del peso di 7–15 grammi, è uno degli abitanti più antichi e discreti del territorio sardo.

Rasbak – Opera propria, CC BY-SA 3.0 – wikimedia
La Crocidura sarda è diffusa in quasi tutti gli ecosistemi dell’isola, dalle zone boscose fino a 1.000 metri di altitudine, incluse aree protette come l’Isola dell’Asinara. Predilige gli ambienti mediterranei: vive tra macchia, praterie asciutte e zone di transizione tra bosco e campagna, ma non disdegna neppure i giardini e le abitazioni rurali, dove si avvicina all’uomo.
La sua pelliccia è folta e di colore bruno-rossiccio sul dorso, sfumata nel grigio sul ventre, e ha il classico aspetto dei toporagni: muso allungato, occhi minuscoli, orecchie rotonde poco visibili e coda nuda, lunga circa la metà del corpo.

Foto Forestas
Una delle particolarità più sorprendenti della Crocidura è il “carovanamento”, osservabile anche nella sottospecie sarda. In caso di pericolo, o quando i piccoli iniziano a esplorare il mondo esterno, si dispongono in fila indiana, uno aggrappato all’altro, seguendo la madre in una sorta di minuscola catena in movimento.
Come altri Soricidi, la Crocidura emette suoni e ultrasuoni e i maschi diffondono un odore muschiato per marcare il territorio e attirare le femmine. È attiva sia di giorno che di notte, e anche se non va in letargo, può entrare in uno stato di torpore per ridurre il metabolismo nei periodi critici.
La stagione riproduttiva va da febbraio a settembre, con una pausa estiva ad agosto. Le femmine nate all’inizio della stagione possono già riprodursi nello stesso anno. Ogni parto dà origine a 2–6 cuccioli, con un massimo di 3–4 cucciolate nella stagione successiva. L’aspettativa di vita della Crocidura è breve, tra 20 e 30 mesi.
La Crocidura sarda non è attualmente a rischio di estinzione, ma è una delle specie più vulnerabili agli incendi. Quando un’area viene colpita dal fuoco, la ricolonizzazione può richiedere anche 5–6 anni. Per questo motivo è inserita nell’Allegato III della Convenzione di Berna (Legge 503/1981), che tutela le specie europee in pericolo.
La presenza della Crocidura russula ichnusae in Sardegna è un ulteriore tassello dell’incredibile biodiversità faunistica dell’isola, spesso trascurata ma fondamentale. Un piccolo mammifero che, silenziosamente, continua da secoli a vivere in simbiosi con il paesaggio mediterraneo, ricordandoci quanto anche le creature più piccole abbiano un ruolo importante negli equilibri naturali.

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