Al confine tra Bari Sardo e Tortolì, nelle vicinanze della strada statale 125 vi è una zona che prende il nome di Perda Longa.

Qui sono presenti numerosi menhir, la maggior parte dei quali abbattuti.

Tra quelli in piedi spiccano alcuni dell’altezza di oltre quattro metri, tra i più suggestivi dell’Isola.

Il betilo più imponente è conosciuto con vari nomi: Perda Longa – da cui prende il nome la zona – Perda de Nurtai, Perda de s’enna de sa Spada, Perda de Fa e Limba de Boi.

A questi monumenti sono legate varie leggende tramandate fino a giorni nostri. Oggi ve ne racconteremo una.

Secondo una di queste, il menhir Perda Longa steso a terra recava incisa una scritta – non sappiamo in quale lingua – con questo significato: “Chi mi solleverà troverà una bella sorpresa”.  In molti supponendo che al di sotto vi fosse un tesoro si cimentarono a sollevarla. Quando qualcuno finalmente vi riuscì, pero vi rimase alquanto deluso e si sentì abbastanza stolto, in quanto vi avrebbe trovato scritto dall’altro lato della pietra: “Adesso sto meglio, sono più comoda”.

Dalle strade di Orgosolo alla Costa Smeralda: la serie Rai in sei episodi “177 giorni. Il rapimento di Farouk Kassam” porta sullo schermo uno dei casi di cronaca più inquietanti della Sardegna.

A Cannigione, borgo di Arzachena, la troupe ha ricreato gli scenari della notte del 15 gennaio 1992, quando il piccolo Farouk, sette anni, fu rapito dall’Anonima Sequestri Sarda dalla villa dei genitori a Porto Cervo.

Diretta da Carlo Carlei e basata sul libro “Mio Figlio Farouk” di Fateh Kassam, la serie intreccia tensione, cronaca e impatto sociale.
Al centro della storia ci sono i genitori del bambino, interpretati da Marco Bocci e Antonia Desplat, le forze dell’ordine, due giornalisti in cerca della verità e il piccolo Farouk, interpretato da Filippo Papa.