Lo sapevate? In Sardegna ci sono delle grotte che i nuragici usavano come templi

Sono un complesso carsico di 540 milioni di anni fa ancora "‘vivo" perché le formazioni calcaree sono in continua evoluzione: ecco come lo usavano i nuragici
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C’è una magia che riposa nel sottosuolo dell’Iglesiente, quella creata dalle grotte di su Mannau, nel territorio di Fluminimaggiore, nella Sardegna meridionale.
Sono un complesso carsico di 540 milioni di anni fa ancora “‘vivo” perché le formazioni calcaree sono in continua evoluzione.
L’antro s’insinua per otto chilometri nel cuore della terra con due rami principali: quello sinistro originato dal fiume Placido, con spettacolari condotti e saloni, quello destro, il maggiore e quasi ‘orizzontale’, originato dal fiume Rapido. La lunghezza totale è di 8 chilometri ed il punto più alto è di 153 m.
La parte visitabile è composta da numerose sale abbellite con concrezioni, stalattiti, stalagmiti (la più alta misura 11 metri), colonne che si innalzano fino a 15 m, cristalli di aragonite, laghi sotterranei.
La sala archeologica è un grande tempio ipogeo sin da epoca prenuragica: i resti di lucerne a olio, ritrovati qui, ricordano i riti del culto dell’acqua. Gli studiosi ritengono che anticamente fu un tempio ipogeico dove circa 3000 anni fa sacerdoti nuragici praticavano antichi riti legati all’acqua sacra ed in qualche modo collegato al tempio di Antas, non lontano.

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(FOTO) Ieri la manifestazione per la Palestina a Punta la Marmora: la Sardegna si mobilita

“Nel terribile mutismo delle istituzioni, non ci resta altro che la mobilitazione visibile delle coscienze”, hanno ricordato gli organizzatori, sottolineando come ogni passo sulla montagna sia stato un atto di responsabilità civile.
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Ieri si è svolta una partecipata marcia di solidarietà per la Palestina, con appuntamento alle ore 10 a Tascusì, punto di partenza scelto dagli organizzatori per facilitare la partecipazione. La meta era la vetta di Punta la Marmora, nel cuore del Gennargentu, raggiunta da diversi versanti e percorsi.
Secondo il programma diffuso nei giorni scorsi, il percorso collettivo più seguito è stato quello dal versante desulese di Su Filariu, con possibilità di avvicinamento in auto fino alla sella Artillai, a supporto di chi aveva difficoltà nella camminata. Dopo il trasferimento in auto da Tascusì fino all’area di parcheggio di Su Filariu, la marcia è iniziata ufficialmente alle 11, con arrivo a Punta la Marmora alle 13.

Manifestazione Pro Palestina a Punta La Marmora
L’evento non aveva carattere politico-partitico ma era concepito come “una mobilitazione di persone, prima che di sigle politiche o entità associative, che comunque sarebbero benvenute”. Gli organizzatori hanno voluto sottolineare l’urgenza di “portare i nostri corpi, unendo visibilmente e amorevolmente le nostre coscienze, sulla vetta della montagna sarda”, come risposta al silenzio delle istituzioni di fronte alla crisi palestinese.
Molti partecipanti hanno espresso commozione e senso di responsabilità civile: “La condizione di estrema angoscia nella quale si svolge ormai da due anni la nostra vita quotidiana è vissuta da tutti noi come l’unico modo di ‘restare umani’”, ha detto uno degli organizzatori. Altri hanno osservato come la manifestazione rappresenti un gesto concreto di solidarietà: “Nel terribile mutismo delle istituzioni e quindi nella totale passività della politica, non ci resta altro che la mobilitazione visibile delle coscienze”.
L’iniziativa ha inoltre ricordato la situazione politica e diplomatica internazionale: “Dopo due anni (o dopo cento anni) di oscuramento della vicenda palestinese, compaiono brevi e clamorosi annunci di riconoscimento di uno Stato di Palestina, nella formula astratta di ‘Due popoli, due stati’”. Gli organizzatori hanno evidenziato la necessità di proseguire con il ripudio della guerra e la sospensione di forniture militari, definendolo un “obbligo tassativo prescritto dalla Costituzione”.
La manifestazione ha raccolto partecipanti provenienti da diversi comuni del territorio e ha rappresentato un momento di riflessione collettiva, camminando attraverso uno dei paesaggi più suggestivi della Sardegna, unendo natura, impegno civile e solidarietà internazionale.

Manifestazione Pro Palestina a Punta La Marmora
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