Giuseppina Lai, di Gairo, è la proprietaria di una caffetteria al centro del paese. Coltiva da quando era piccola la passione per i dolci e l’ambizione di avere un laboratorio tutto suo.

Nel 2015 apre l’attività al centro del paese di Gairo Sant’Elena, riuscendo a raggiungere il suo più grande obiettivo: aprire il laboratorio e dedicare il suo lavoro ai dolci tipici della tradizione sarda, rivisitandoli con fantasia e con nuovi ingredienti. Tra i suoi dolci più conosciuti ci sono gli “Amaretti di noci” e i “Cestinetti di mandorle”.

Oggi ci svelerà proprio la ricetta dei Cestinetti.

INGREDIENTI

Per la sfoglia:

600 gr di semola
3 cucchiai di strutto
Acqua q.b.
Un pizzico di sale

Ripieno:

500 gr di mandorle tritate
500 gr di farina
300 gr di zucchero
5 uova
La scorza di 3 arance
Olio di semi
Lievito
Liquore a scelta

Glassa:

Acqua
Zucchero a velo
Liquore a scelta

PREPARAZIONE

Versare tutti gli ingredienti, per fare la sfoglia, in una planetaria. Lasciate lavorare la macchina per qualche minuto sino a che non si ottiene un composto liscio senza grumi. Quando il panetto sarà pronto mettetelo un attimo da parte.

Nel mentre occupatevi del ripieno: per prima cosa tritate le mandorle.

Versate in un contenitore le uova e lo zucchero e iniziate a frullare. Aggiungete l’olio di semi, poi la farina, il lievito e la scorza delle arance. Frullate sino a che non è pronto, dopo di che aggiungete le mandorle tritate. Pronto il ripieno, iniziate a lavorare con la sfoglia: stendete l’impasto fino a ottenere un foglio liscio. Tagliatelo a quadrati da riporre nei pirottini in acciaio. Versate al loro interno il ripieno e fateli cucinare nel forno a 180 gradi. Una volta cotti, aggiungete la glassa e decorateli a vostro piacimento.

La bella e commovente storia è stata raccontata dal regista e attore stesso sui suoi profili social. E’ successo ieri a Sassari, dopo lo spettacolo “E’ inutile a dire” che Cullin sta portando in scena in giro per tutta l’Italia.

“Stasera (ieri, ndr) al Teatro Verdi di Sassari ho conosciuto la Signora Nannina di 90 anni. Cammina aiutata da un piccolo bastone ma è voluta venire lo stesso a vedere lo spettacolo, così mi ha scritto sua figlia in un messaggio su Instagram. A fine spettacolo abbiamo fatto un applauso per omaggiarla e salutarla. Si chiude il sipario, ci diamo il cinque, pacche, complimenti e iniziamo a cambiarci per andare via. Faccio qualche foto con delle persone fuori dal camerino e poi mi siedo, perché dopo la lo spettacolo ho sempre un momento di stanchezza in cui bevo acqua in silenzio. Mi cambio con calma e sistemiamo tutto per la replica di domani alle 19.

Chiacchieriamo tra di noi e poi ci avviamo con calma verso l’uscita. Una volta arrivato nel foyer, vedo che ci sono delle persone e tra queste c’è anche la Signora Nannina che voleva salutarmi. Mi sono scusato perchè non sapevo che mi stesse aspettando, ma lei era serenissima e mi ha riempito di complimenti bellissimi. Dopo un po’ di imbarazzo le chiedo se posso abbracciarla e lei acconsente subito. Ci abbracciamo e ci stringiamo con forza, una forza che non pensi possa avere quella nonnina un po’ claudicante. Rimaniamo così per un tempo che si concede solo alle persone care, io resto lì e la ascolto mentre mi augura ogni bene e mi ripete due volte all’orecchio “goditela tutta la vita, mi raccomando”.

Un abbraccio bellissimo che non è stato immortalato con selfie o altre foto, perché Nannina ha voluto l’autografo sul biglietto e allora…“Alla piccola Nannina con affetto sincero.. Jacopo”. Appena torno a casa trovo un messaggio della figlia di Nannina che dice che era felicissima e ha raccontato tutto a suo marito di 95 anni. Gli ha detto dell’applauso ma soprattutto dell’abbraccio…

Ora, marito di Nannina, ti posso spiegare… siamo solo amici, e se posso essere sincero secondo me voleva farti ingelosire! È stata una serata incredibile e questo momento è stato davvero la ciliegina sulla torta”.