Dossier Immigrazione 2019: in Sardegna solo l’1% degli immigrati presenti in Italia

Svolgono professioni non qualificate (lavori che gli italiani non vogliono più fare) e sono pagati meno. Tutti i numeri del Dossier Statistico Immigrazione 2019.
«In Italia, e ancora meno in Sardegna, non esiste nessuna emergenza immigrazione». A sottolinearlo è Tiziana Putzolu, Consigliera di Parità della Regione Sardegna, durante la presentazione, presso l’Aula Magna Maria Lai dell’Università di Cagliari, del Dossier Statistico Immigrazione 2019 curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS basato su dati Istat. È il rapporto socio-statistico che vanta la più lunga serie ininterrotta di pubblicazioni annuali sul fenomeno migratorio in Italia, realizzato con la collaborazione di strutture pubbliche e del mondo sociale e grazie al contributo di Caritas e Migrantes e il contributo del Fondo Otto per Mille della Chiesa Valdese.Il dossier smonta la retorica su una presunta “invasione” che – numeri alla mano, come vedremo qui sotto in sintesi – in realtà non esiste.
In Italia, i migranti sbarcati nel 2018 sono scesi ad appena 23.370, ulteriormente crollati a circa 6700 nei primi nove mesi di quest’anno. «Il dramma è che molti di quelli che non sono riusciti ad arrivare sono morti in mare o sono stati riportati in Libia dove continuano a subire abusi e torture nei centri di detenzione finanziati anche dall’Italia», ricorda Putzolu. Durante la proiezione del video di presentazione è stato sottolineato anche come gli stranieri non rubano il lavoro agli italiani: mentre nel 2018 si contavano 2.455.000 stranieri occupati, i due terzi svolgono professioni non qualificate, nonostante oltre un terzo sia sovraistruito (34,4% rispetto al 23,5% degli italiani), e lo stipendio medio mensile è poco più di 1000 euro rispetto a quasi 1400 per gli italiani. Il modello è quello diffusivo: l’Italia si distingue per una popolazione immigrata sparsa (Roma e Milano a parte). Il modello del mondo del lavoro è ‘segregazionista’: gli stranieri fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare (o non sanno più fare).
Veniamo nello specifico, al fenomeno in Sardegna. La popolazione sarda è diminuita di 8585 unità e questo trend negativo non è stato compensato nemmeno dall’aumento dei residenti stranieri (+3,1 nel 2018). Gli immigrati totali residenti nella nostra Isola sono 55.900 (leggera prevalenza femminile), di cui 27 mila extracomunitari. Rappresentano solo l’1% degli stranieri in Italia; sul totale dei nuovi nati, il 4,5% sono bimbi stranieri; i migranti in accoglienza sono scesi a 1.874 unità nel corso dell’ultimo anno. La provincia con più immigrati è quella di Sassari (22.662), seguita da Cagliari (15.887), Sud Sardegna (6.554), Nuoro (5.532) e Oristano (3.589). Questi in ordine i Paesi di provenienza: principalmente Romania (oltre 14 mila), seguita a grande distanza da Senegal, Marocco, Cina, Ucraina, Nigeria, Filippine, Bangladesh, Germania, Pakistan, Polonia.
Contrariamente all’immaginario collettivo, la maggior parte degli stranieri residenti in Sardegna sono europei (48,1%, di cui 37,6% cittadini Ue); seguono gli africani (29,7%), gli asiatici (17,8%), gli americani (4,4%), e quelli dell’Oceani (0,1%). Su un totale di 582.055 occupati (compresi gli italiani), nella nostra Isola solo il 5% sono stranieri; a svolgere professioni non qualificate sono in maggioranza immigrati (41,5) contro solo il 10% dei sardi. Principalmente nel settore servizi, agricoltura, industria, commercio e assistenza a domicilio. Nel lavoro specializzato prevalgono i sardi. Anche da noi i sardi sono pagati mediamente di più (1.217 euro contro 867 degli stranieri). Gli studenti non italiani in Sardegna sono circa 5.400, di cui il 56,7% nati all’estero.
«Alla luce di questi numeri reali, la paura dello straniero non è giustificabile e – mentre è innegabile che ci sono situazioni di immigrati in condizione di disagio concentrati nelle piazze delle nostre città – in generale c’è una percezione distorta della realtà fomentata da alcuni politici e alcuni media», ribadisce Tiziana Putzolu. Alla presentazione del dossier hanno partecipato anche Gianni Loy, docente di Diritto del lavoro, intervenuto sui profili attuali del fenomeno migratorio, Daniela Sitzia (ANCI Sardegna), Stefano Messina (Migrantes) e la mediatrice culturale Jasmina Mahmutcehajien. I lavori della mattinata sono stati coordinati dal giornalista Sergio Nuvoli.

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Record di presenze alla Mostra del Libro di Macomer: in seimila all’evento

Oltre cinquecento persone hanno partecipato domenica a Macomer all’incontro con il giornalista Marino Bartoletti ed altrettante a quello con lo scrittore Valerio Massimo Manfredi, ospiti della giornata finale della Mostra regionale del Libro in Sardegna. Si è conclusa così nel migliore dei modi la diciottesima edizione della manifestazione, di sicuro la più partecipata degli ultimi anni.
Oltre cinquecento persone hanno partecipato domenica a Macomer all’incontro con il giornalista Marino Bartoletti ed altrettante a quello con lo scrittore Valerio Massimo Manfredi, ospiti della giornata finale della Mostra regionale del Libro in Sardegna. Si è conclusa così nel migliore dei modi la diciottesima edizione della manifestazione, di sicuro la più partecipata degli ultimi anni.
«Sono state infatti circa seimila le presenze nei quattro giorni della Mostra», commenta l’assessora comunale alla Cultura Tiziana Atzori. La manifestazione ha proposto oltre cinquanta eventi tra presentazioni, incontri, laboratori e mostre, per un programma voluto dall’Assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, e organizzato dal Comune di Macomer insieme al Centro Servizi Culturali Unla, a Verbavoglio Libreria Emmepi e alla Biblioteca Comunale.
«Il bilancio di questa edizione è assolutamente positivo» commenta l’assessora comunale alla Cultura Tiziana Atzori. «Nonostante il programma sia stato preparato in tempi strettissimi, il pubblico ci ha premiato con una presenza costante in tutti i quattro giorni della manifestazione. Il successo è stato più forte delle polemiche».
Già dalla prima giornata, quella di giovedì, l’affluenza è stata molto alta, non solo per gli incontri serali ma anche per quelli organizzati di mattina per le scuole. «Gli studenti delle superiori, così come i bambini delle primarie e i ragazzi delle scuole medie sono stati i veri protagonisti di questa edizione» continua Atzori. «Il tema che avevamo scelto, ‘Il colore delle emozioni e il valore dei sentimenti’, era espressamente rivolto a loro e possiamo dire di avere raggiunto l’obiettivo».
E si è rivelata vincente anche la scelta di utilizzare il Centro Polifunzionale, diventato quest’anno spazio centrale della Mostra.
«Il Polifunzionale si è rivelato perfetto, in quanto ha potuto accogliere le centinaia di visitatori accorsi alle presentazioni ma anche l’esposizione dei libri e diversi stand» prosegue l’assessora. «Ma la manifestazione si è svolta anche negli spazi storici delle Ex Caserme Mura, vero centro propulsivo per tutto l’anno della cultura a Macomer e in tutto il territorio, con i laboratori per i ragazzi e la rassegna di cinema organizzati al Padiglione Filigosa e gli spettacoli allestiti al Padiglione Tamuli».
Oltre agli ospiti della serata finale, grande successo hanno riscosso anche gli incontri con il Premio Campiello Mariolina Venezia, con gli autori sardi Cristina Caboni, Gesuino Némus e Vindice Lecis, con l’attrice Francesca Reggiani e il giornalista Alessandro Cecchi Paone. Il pubblico ha seguito con interesse le presentazioni organizzate dalla Pettirosso Editore, mentre di grande impatto emotivo sono stati gli incontri con l’ultramaratoneta Roberto Zanda, lo scienziato Marco Buttu e lo speaker radiofonico Rosario Pellecchia. Il pubblico dei più giovani è stato invece letteralmente conquistato da Daniele Aristarco, Alessandro Ferrari, Anna Dalton e Giorgia Benusiglio.
Un buon riscontro di pubblico hanno infine avuto le sette mostre allestite (tra cui tra cui il progetto fotografico sui centenari “Quanta strada nei miei sandali” di Daniela Zedda, i ritratti del fotografo Simone Sechi nel suo “365 Portrait Project”, e “L’arte di raccontare con le immagini” di Maurizio Quarello) e la rassegna di documentari sardi proposta dal Centro servizi culturali Unla insieme all’Umanitaria.
«Ora pensiamo subito alla prossima edizione» conclude l’assessore Atzori. «Il nostro auspicio è che la Regione ci convochi in tempi brevi per riuscire a programmare la manifestazione del 2020. Non abbiamo mai cercato le polemiche e anche quest’anno siamo stati aperti ad ogni tipo di collaborazione. Una cosa però è certa: l’amministrazione di Macomer non intende rinunciare ad avere un ruolo centrale nell’organizzazione di una manifestazione di valenza regionale e importante per tutto il territorio».

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