Baunei, l’amministrazione chiede un intervento urgente ad A.R.E.A per il quartiere “S’Orgioledda”
Richiesta di intervento urgente sulla via Logudoro, quartiere "S'Orgioledda", a Baunei. L'appello dell'amministrazione comunale di Baunei Salvatore Corrias ad A.R.E.A., l'Azienda Regionale per l'Edilizia Abitativa.
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Richiesta di intervento urgente sulla via Logudoro, quartiere “S’Orgioledda”, a Baunei. L’appello dell’amministrazione comunale di Baunei Salvatore Corrias ad A.R.E.A., l’Azienda Regionale per l’Edilizia Abitativa.
«Gentili Signori della Direzione Generale di A.R.E.A., Gentili Signori dell’Unità Territoriale di Nuoro,
Vi scrivo per sottoporre alla vostra attenzione l’urgenza di un rapido e risolutivo intervento sulla via Logudoro, nell’area abitativa di vostra competenza, in località “S’Orgioledda”, a monte dell’abitato di Baunei.
Più volte, in questi anni, abbiamo provveduto a richiamare la vostra attenzione sulla condizione nella quale versa la via Logudoro, sollecitando presso i vostri uffici una continua interlocuzione che, sinora, nonostante la nostra doverosa insistenza e le vostre continue rassicurazioni, non ha avuto alcun esito.
Vi scrivo perché vedo vanificata la nostra attesa, mia e dei miei concittadini che lì risiedono, la nostra attesa fiduciosa su un vostro impegno assunto da tempo, un impegno, ad oggi, ancora privo di un risultato concreto.
Non è ammissibile che, stante la disponibilità economica (200.000,00 euro), vista la lunga gestazione del progetto di riqualificazione, sul quale ci siamo confrontati e per il quale – comprendiamo – si impone un iter autorizzativo che richiede i suoi tempi, non è ammissibile che, dopo sette anni, si stia fermi alle sole dichiarazioni di intenti e la via Logudoro continui ad essere una strada sterrata, dilavata e pericolosa, priva dei requisiti necessari a farne una via residenziale, a servizio di chi vive nel quartiere e di chi, con ogni diritto, rivendica la necessità di poterla praticare in sicurezza.
Vi chiedo, dunque, di dare un pronto e concreto riscontro a questa mia formale sollecitazione».
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L’accordo perfetto: i Tenores di Orosei svelano in un video i segreti del canto ancestrale sardo

Quattro voci, nessuno strumento, un’unica anima sonora: ecco come prende vita questo incantesimo, ce lo spiegano in un video i Tenores di Orosei "Antoni Milia".
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Quattro voci, nessuno strumento, un’unica anima sonora. Il canto a tenore, patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO, non è solo musica: è un’architettura di suoni che nasce dalla terra e si fa respiro collettivo. A spiegare come prenda vita questo incantesimo è un video, pubblicato sui canali social dai Tenores di Orosei “Antoni Milia”. Le immagini mostrano con chiarezza didattica come ogni componente del gruppo — Tore Mula, Alessandro Contu, Ivan Sannai e Francesco Mula — ricopra un ruolo preciso e insostituibile, contribuendo a formare quell’accordo magico che definisce l’identità dell’isola.
Nel filmato, i cantori oroseini scompongono il meccanismo complesso del tenore per renderlo accessibile a tutti. Senza l’ausilio di alcuno strumento musicale, la polifonia si genera dall’incastro perfetto tra la voce solista e il coro, un equilibrio dove il singolo scompare per dar vita a un suono ancestrale. La clip non è solo una performance, ma un vero e proprio documento divulgativo che mostra la “meccanica” di una delle tradizioni vocali più antiche e originali del Mediterraneo.
La forza dei Tenores di Orosei affonda le radici in una cronologia familiare straordinaria. La storia del gruppo inizia idealmente nel 1638, quando Bacchisio Mula e Sebastiana Sale edificarono la Chiesa del Rosario a Orosei. Da allora, per dieci generazioni, la famiglia Mula ha custodito i canti sacri delle confraternite e quelli profani del repertorio locale. Questa eredità è giunta fino ad Angelo “Angheleddu” Mula, pilastro del canto liturgico scomparso nel 1985, che ha tramandato i segreti di questa vocalità al nipote Tore Mula, oggi voce solista e anima del gruppo, che a sua volta ha iniziato il figlio Francesco all’età di soli sei anni.
Ciò che rende i Tenores di Orosei unici nel panorama internazionale è la capacità di spaziare con estrema fedeltà tra due mondi: quello sacro, legato alle confraternite religiose con i canti in latino e sardo (come lo Stabat Mater e il Miserere), e quello profano del canto a tenore. Questa dualità ha permesso loro di mantenere un’interpretazione pura, quasi identica a quella antica, diventando i custodi viventi di un sapere ricevuto dagli anziani.
Nonostante il legame viscerale con le proprie radici, il gruppo ha saputo aprirsi a contaminazioni audaci, portando la voce della Sardegna a Parigi, Oslo, Praga e Budapest. Negli ultimi anni, la loro curiosità artistica li ha portati a collaborare con la jazzista Zoe Pia nel progetto “Indindara”, un viaggio sonoro tra arcaico e avanguardia, e con artisti del calibro di Moses Concas, Enzo Favata e i corsi A-filetta. Dalle esibizioni nei festival jazz più prestigiosi fino al suggestivo “Silent Concert” nelle Grotte di Nettuno, i Tenores di Orosei continuano a dimostrare che una tradizione, per restare viva, deve saper dialogare con il presente senza mai perdere il proprio respiro ancestrale.
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