Lanusei: “Sguardi, Visioni e Storie” e il successo della VI edizione
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Nuorese, Daniele Lorrai, 41 anni, ha uno sguardo che sembra sempre rivolto oltre l’orizzonte. Le sue radici affondano in due territori profondamente legati alla natura sarda: il padre è ogliastrino, di Osini, mentre la madre è di Lula. Forse anche da qui nasce il suo legame viscerale con i paesaggi selvaggi dell’isola e con i suoi animali.
Quella per la fotografia naturalistica non è solo un secondo lavoro ma una vera e propria ragione di vita. Una vocazione nata da bambino, quando preferiva i documentari sugli animali ai cartoni animati, e che non lo ha mai abbandonato.
Oggi Daniele è uno dei fotografi naturalisti più attenti e rispettati della Sardegna. Il suo mondo è fatto di silenzio, attesa e osservazione, in perfetta sintonia con il suo carattere riservato. «La natura è il mio elemento». Ed è proprio lì, spesso da solo, che trascorre intere giornate in appostamento: anche dieci ore senza scattare una sola foto. Perché la fotografia di animali selvatici non è questione di velocità, ma di costanza e pazienza.
Lo dimostra una delle sue imprese più celebri: per riuscire a fotografare il gatto selvatico ha impiegato due anni di tentativi, diventando uno dei primi a immortalarlo e a dedicargli un vero servizio fotografico. Un risultato frutto di una dedizione assoluta.
Astori, aquile, grifoni, mufloni, civette, volpi, gabbiani, falchi: sono loro i protagonisti delle sue immagini. E tra tutti, Daniele ha un amore particolare per i rapaci, «perché sono liberi e fieri, e hanno un fascino unico». L’aquila del Bonelli, ad esempio, gli ha richiesto sei anni di lavoro, condivisi con altri fotografi e appassionati ( Antonio Pisanu, Antonello Lande e Marco Lutzu) tra segnalazioni, tentativi e appostamenti interminabili.
Le sue zone del cuore sono alcune delle aree più selvagge e fortunate dell’isola: Baronia, Gennargentu e Ogliastra, territori dove la biodiversità sarda si esprime al massimo.
Nel 2019 ha pubblicato il libro “Wild Mediterranean Island”, edito da Oberon Media, una raccolta di dieci anni di lavoro che rappresenta una vera e propria celebrazione della fauna della Sardegna. Le sue fotografie non si limitano a documentare: raccontano l’essenza degli animali, colta in attimi irripetibili durante appostamenti pazienti e rispettosi.
Daniele è un perfezionista: prima di ogni scatto c’è studio, osservazione e una presenza quotidiana sul campo. Poi, certo, serve anche la fortuna. Ma quando l’incontro avviene, nasce qualcosa di unico. La foto a cui è più legato è la sua prima aquila, scattata nel 2015 dopo un mese di appostamento: un’immagine che per lui rappresenta una svolta.
E mentre continua a inseguire il suo scatto ancora mancante — il ghiro sardo — Daniele non esclude nuovi progetti fotografici per il futuro. Nel suo cassetto c’è un sogno chiaro: riuscire a vivere di fotografia e poter dedicare tutto il suo tempo a questa passione.
È bello sapere che esistono ancora fotografi che si mettono al servizio dell’immagine, aspettando giorni, mesi o anni pur di raccontare la natura con rispetto e verità. Perché certe fotografie non si scattano: si conquistano.

Gatto selvatico sardo (felis lybica sarda) PH Daniele Lorrai

L’aquila reale (aquila chrysaetos) PH Daniele Lorrai

Astore sardo (accipiter gentilis arrigonii PH Daniele Lorrai
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