La storia di Ilham Mounssif, la ricercatrice ogliastrino-marocchina che ha conquistato il mondo partendo da Bari Sardo
Ha solo trent’anni, ma alle spalle ha già vissuto in quattro continenti. Ilham Mounssif, ricercatrice italo-marocchina nata e cresciuta in Ogliastra, oggi lavora a Cagliari, ma il suo percorso l’ha portata tra Marocco, Russia, Cina, Brasile e Colombia, alla scoperta di come il mondo si racconta e si organizza oltre gli schemi occidentali. Conosciamola meglio
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Ha solo trent’anni, ma alle spalle ha già vissuto in quattro continenti. Ilham Mounssif, ricercatrice italo-marocchina nata e cresciuta in Ogliastra, ha trasformato la curiosità e l’apertura che le derivano dalle sue radici doppie in una carriera accademica cosmopolita. Oggi studia a Cagliari, ma il suo percorso l’ha portata tra Marocco, Russia, Cina, Brasile e Colombia, alla scoperta di come il mondo si racconta e si organizza oltre gli schemi occidentali.
“Ogni esperienza mi ha cambiata,” racconta. “Il Marocco, dove ho fatto cooperazione allo sviluppo, mi ha aiutata a capire chi sono e da dove arrivo, sia culturalmente che politicamente. Era il 2017, un anno segnato da forti tensioni nel Paese, e quelle rivolte mi hanno spinta ad approfondire la sua storia etnica, religiosa e coloniale.”
Dalla vivacità di Rabat alla rigidità del clima russo, il salto è stato grande. A Mosca, dove ha studiato i rapporti tra la Russia e il mondo arabo-islamico, Ilham ha cominciato a interrogarsi sui limiti del pensiero occidentale: “Lì ho capito che la mia formazione era piena di filtri eurocentrici. La Russia mi ha dato la spinta per cercare nuove chiavi di lettura, capaci di unire politica, economia e cultura.”
Dopo un periodo alle Nazioni Unite a Vienna, la rotta l’ha portata verso Est. “Mi mancava la Cina,” racconta. “Non potevo ignorarla. Ci sono andata in piena pandemia, e quell’esperienza ha cambiato tutto. Avevo una visione distorta di quel Paese e ho scoperto un mondo aperto, dove si discuteva liberamente di temi come i BRICS, la governance globale e il futuro post-occidentale.”
È lì che nasce l’idea del suo dottorato sul regionalismo nel Sud Globale e sui BRICS, una prospettiva accademica che unisce i suoi studi e le sue esperienze sul campo. “In Cina, e in generale in Eurasia, c’è un grande fermento su questi temi, mentre in Europa sono spesso confinati a una nicchia. Quegli anni mi hanno insegnato a leggere la geopolitica da punti di vista diversi.”
Dopo la pandemia, Ilham sceglie di tornare in Italia. “Riprendere il progetto di dottorato è stato emozionante. Avevo bisogno di casa, e casa per me è la Sardegna.” Il rientro, però, non è stato semplice: “All’inizio è stato uno shock culturale al contrario. Mi pesavano il contante ovunque, i mezzi pubblici lenti, la burocrazia. Ma poi ho ritrovato la socialità, il cibo, la bellezza dei nostri paesaggi. Mi hanno rimessa in equilibrio.”
Dietro la sua determinazione, c’è una famiglia che l’ha sempre sostenuta. “I miei genitori, in Ogliastra, mi hanno lasciata libera di inseguire i miei sogni. Non è scontato, soprattutto per chi, come me, è cresciuta tra due culture. Mi hanno insegnato che le radici non sono una zavorra, ma un punto di forza.”
Tra una conferenza e un viaggio, Ilham ha imparato a rendere accessibili temi complessi. “Il mio lavoro nei media e sui social mi ha aiutata a parlare chiaro, a non chiudermi in linguaggi troppo accademici. Voglio che la mia ricerca serva anche fuori dall’università.”
La recente missione di ricerca tra Brasile e Colombia ha segnato un nuovo capitolo. “Essere a Rio durante la presidenza brasiliana dei BRICS è stato incredibile. Ho incontrato studiosi che leggevo da anni, e ho visto da vicino come il Sud Globale stia costruendo una propria narrazione. Poi la Colombia mi ha sorpresa, con il suo dinamismo e la voglia di confronto.”
A breve, Ilham volerà in Armenia, dove presenterà un paper alla conferenza euroasiatica. “Analizzerò la strategia cinese tra Eurasia e Sud Globale. I BRICS sono il ponte tra queste due dimensioni: una geografica, l’altra identitaria e storica. È il cuore del mio lavoro.”
La vita da ricercatrice, però, non è solo entusiasmo. “Ci sono momenti di solitudine, ma il confronto con altri studiosi è fondamentale. In Brasile l’ho capito davvero: discutere, ricevere feedback, cambiare prospettiva. È così che si cresce.”
Nel suo percorso, Ilham vede un filo rosso che lega la Sardegna al Sud Globale. “L’Ogliastra è una periferia dentro il Nord Globale, e in questo somiglia a molti Paesi del Sud del mondo. Le dinamiche di marginalità, di distanza dai centri di potere, sono simili.”
Sul futuro non ha certezze, ma molte possibilità. “Il mondo accademico mi piace, ma potrei anche lavorare nella diplomazia o nei media. Alla fine finirò dove il mio potenziale troverà spazio. Intanto continuo a studiare, perché nello studio ho trovato la mia libertà.”

Ilham Mounssif

Ilham Mounssif
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