La Sardegna raccontata al mondo: la regista Marthe Le More firma due documentari per TV Monaco e TV5 Monde

Nella seconda parte, dedicata alle aree interne, emerge con grandissima forza il racconto della nostra Ogliastra
Un viaggio nella Sardegna più autentica, attraverso i volti, le voci e i gesti delle persone che abitano i suoi luoghi. La regista e fotografa francese Marthe Le More firma due documentari per la collezione “Riviera”, un progetto finanziato e diffuso da TV Monaco e TV5 Monde, in onda su canali francofoni e presto disponibile anche online.
Il progetto racconta territori del mondo attraverso le persone che li abitano, con uno sguardo sensibile e profondo. Quando Le More ha proposto la Sardegna come protagonista, le è stato chiesto di realizzare addirittura due episodi, segno della ricchezza e complessità del territorio. Due capitoli da 50 minuti ciascuno, uno dedicato alla costa e uno all’entroterra, frutto di un lavoro intenso durato solo tre settimane, dal 4 al 23 maggio, durante le quali sono state girate due sequenze al giorno, affrontando anche le difficoltà logistiche legate agli spostamenti.
Al suo fianco durante tutta la produzione, il cameraman e dronista belga Alexis Moerman. La parte costiera include luoghi come La Maddalena, Caprera, Alghero, Pula e Cagliari, dove sono stati intervistati artigiani, archeologi, biologi marini e rappresentanti di cooperative locali. Ma è nella seconda parte, dedicata alle aree interne, che emerge con forza il racconto dell’Ogliastra.

Alexis Moerman e Marthe Le More PH Cristian Mascia
Qui, in particolare tra Ulassai e Gairo, Marthe Le More ha trovato ciò che più cercava: storie autentiche, relazioni profonde, paesaggi mozzafiato e un senso di comunità raro.
“Mi hanno ospitata, coccolata, accompagnata ovunque. L’ospitalità delle persone mi ha colpita nel profondo. Ho percepito un grande spirito collettivo e una forte unione tra i comuni. È qualcosa che raramente si incontra altrove”, racconta. Le More, che conosce bene l’Italia grazie alle sue origini siciliane, ammette di non aver mai trovato un luogo simile alla Sardegna: “Me ne sono innamorata quando sono venuta per la prima volta a intervistare Paolo Fresu durante un suo tour. Ho visto luoghi assurdi, incredibili. Da allora, torno ogni volta che posso”.
A Ulassai è rimasta sorpresa dalla vitalità culturale del paese: “È piccolissimo ma pieno di musei, iniziative, fermento. Sto leggendo molto su Maria Lai, un’artista che mi ha colpito profondamente e mi ha legata alla montagna in modo viscerale”. La regista osserva con attenzione anche le contraddizioni del territorio: “Mi ha addolorato vedere tante case abbandonate, lo spopolamento è una ferita profonda. Eppure sono luoghi ricchissimi, da ogni punto di vista: naturale, culturale, umano”.
L’Ogliastra emerge come terra di resilienza e memoria, ma anche come esempio di longevità e equilibrio, grazie alla presenza della Blue Zone e all’alimentazione tradizionale dei centenari. Per Le More, però, ciò che resta davvero è il legame con le persone: “Abbiamo intervistato circa venti persone, e con la maggior parte siamo ancora in contatto. Si è creato un rapporto vero. Tutti ci hanno aperto le loro case, ci hanno offerto il loro tempo, i loro racconti. C’è qualcosa di profondo e ancestrale che ho sentito in ogni incontro. Questo documentario non è mio: è nostro”.
Ancora non è stata comunicata la data ufficiale di uscita, ma i due documentari saranno presto visibili in televisione e in rete. Intanto, l’Ogliastra si prepara a farsi conoscere nel mondo con tutta la sua forza, le sue contraddizioni e la sua bellezza irriducibile, raccontata dallo sguardo di chi ha saputo ascoltarla davvero.

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