Dopo anni di attesa, il cuore pulsante di Arbatax ha ripreso vita: l’edizione 2025 di Arbatax Borgo Marinaro si è conclusa lasciando dietro di sé emozioni, sorrisi e tanta gratitudine. Per due giorni, le vie del borgo si sono nuovamente animate, tra profumi di mare, musica, artigianato e tradizione.

L’evento ha saputo riconnettere la comunità alle proprie radici e ha attirato migliaia di persone provenienti da tutta la Sardegna, richiamate dal fascino autentico del nostro mare e delle nostre tradizioni.

I ragazzi di Vele Corsare, instancabileorganizzatori dell’evento, dichiarano: «Siamo orgogliosi di aver riportato in vita questa tradizione, restituendola al cuore di Arbatax e di chi ha partecipato con passione. Vedere i volti sorridenti e l’entusiasmo di tutti è stata la conferma più bella che questo evento è importante per la nostra comunità.»

Arbatax Borgo Marinaro 2025

«Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno reso possibile questa edizione: i volontari, i cuochi che hanno valorizzato i sapori del mare, gli artigiani custodi di preziosi saperi, i musicisti che hanno animato le serate, gli sponsor che hanno creduto nel progetto, e naturalmente a tutti voi che avete vissuto e condiviso con noi questa esperienza indimenticabile.»

«Non possiamo dimenticare il supporto fondamentale del Comune di Tortolì, del Sindaco, dell’Assessora al Turismo, dell’ARST, della Confcommercio, del personale della sicurezza, delle forze dell’ordine e di tutte le istituzioni, enti e uffici che hanno collaborato con noi per realizzare l’evento.»

«Con profonda gratitudine speriamo che questa edizione sia solo l’inizio di un nuovo e luminoso capitolo per il Borgo Marinaro di Arbatax. Vi diamo appuntamento al prossimo anno, con ancora più entusiasmo e nuovi sogni da realizzare insieme.»

Ai piedi del monte Ortobene, a Nuoro, si trova una chiesa che potrebbe sembrare moderna a un primo sguardo, ma che custodisce un intreccio di arte, storia e devozione che affascina chiunque varchi il suo portone. Parliamo della Madonna della Solitudine, edificata nel XX secolo per sostituire un più antico tempio del 1625. La chiesa fu progettata dal pittore nuorese Giovanni Ciusa Romagna (1907-1958) e completata nel 1959, ma è nell’apparato decorativo che si cela il vero tesoro.

Due grandi artisti sassaresi plasmarono la spiritualità in forme materiali: Gavino Tilocca e Eugenio Tavolara. Tilocca scolpì in marmo il rilievo della Madonna col Bambino nell’abside sopra l’altare maggiore, mentre Tavolara si occupò del portale, del crocefisso, dei candelabri, del tabernacolo e persino della Via Crucis. Le quattordici stazioni, inizialmente pensate in terracotta ma realizzate in bronzo, raccontano la Passione con figure primitiviste sospese su geometrie essenziali: linee rette e forme stilizzate che sembrano fluttuare nell’aria.

Ma è il portale in bronzo a una sola anta a catturare lo sguardo e la fantasia: al centro troneggia la Madonna della Solitudine, seduta in posa ieratica, con un’espressività che ricorda le icone bizantine. Tutt’intorno, una piccola epica di vita pastorale: pastori, greggi, animali, castelli, uomini e donne prendono forma in uno stile libero, organico, quasi fluttuante, tipico di Tavolara. Ogni dettaglio racconta una storia, ogni figura sembra muoversi lentamente tra devozione e leggenda.