Una delle più famose specialità della pasticceria sarda, la sebada, si veste di nuova forma grazie all’ingegno e alla sensibilità di Luca Floris, artigiano del gusto originario di Nuoro. La sua creazione prende il nome di “Sebadas Mucadores”, un marchio registrato presso la C.C.I.A.A., che custodisce un profondo legame affettivo e culturale.

Conosciuto per essere uno dei rarissimi custodi dell’antichissima arte del Filindeu – i leggendari “fili di Dio” tramandati da generazioni nel cuore della Barbagia – Luca Floris ha deciso di reinterpretare la sebada, trasformandola in qualcosa che fosse al tempo stesso innovativo e radicato nella memoria.

“Questa lavorazione – racconta – è un omaggio a mia madre. È l’anello che mi tiene legato a lei, la fede che porto nel cuore. Ho voluto darle un nome che fosse solo suo: Mucadore, come i fazzoletti che le donne sarde usavano per coprire il capo, simbolo di protezione e affetto.” La forma triangolare di questa sebada infatti richiama il mucadore, rendendo visibile e commestibile una memoria di tessuti, gesti e identità. Un dolce che si trasforma così in un gesto d’amore, oltre che in una raffinata espressione artigianale.

La passione di Floris per le tradizioni sarde nasce da lontano, dai pomeriggi trascorsi in cucina accanto alla madre. “Ero il più piccolo di quattro figli – ricorda – e quando si faceva la pasta, toccava sempre a me girare la macchinetta. All’epoca un po’ a malincuore… ma oggi ringrazio quei momenti, perché mi hanno insegnato tanto.”

La vera svolta arriva però più tardi, da adulto, quando sente per caso un’intervista a una donna che preparava il Filindeu. “Alla domanda sul perché fossero solo donne a farlo, rispose che i maschietti non erano interessati. È lì che mi si è accesa una scintilla. Ho cominciato a studiare le semole, a fare prove su prove, finché non ho trovato la combinazione perfetta.” Da quel momento, la sua strada si è intrecciata profondamente con la tutela del patrimonio gastronomico della Sardegna, nella convinzione che le tradizioni, per continuare a vivere, debbano essere tramandate e rinnovate.

“La mia terra è Nuoro – sottolinea – e sento che questa lavorazione deve restare qui, appartiene a questo luogo, alla sua storia. Ma credo anche che possa ispirare, insegnare, creare opportunità.” Tra i progetti più cari a Luca Floris c’è quello di un laboratorio aperto alla formazione e alla trasmissione del sapere. “I miei progetti si chiamano Teresa,” dice, riferendosi alla figlia. “Il mio sogno è offrirle un’alternativa, un futuro che sia anche una scelta consapevole. Sarebbe bellissimo avere uno spazio dove insegnare e far crescere una nuova generazione di artigiani del gusto.”

Con Sebadas Mucadores, Luca Floris non solo dà nuova forma a un dolce antico, ma rafforza il filo che unisce passato, presente e futuro dell’identità sarda – un filo fatto di semola, miele, affetti e memoria.
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