Un Comune al giorno, paesi di Sardegna: Perdasdefogu, patria dell’invecchiamento di successo

Nel cuore aspro e affascinante della Sardegna centro-orientale, là dove la terra si fa pietra e le montagne sembrano custodire antichi segreti, sorge Perdasdefogu, un paese che non è soltanto un luogo, ma una vera e propria testimonianza vivente di longevità, tradizione e resistenza.
Un Comune al giorno, paesi di Sardegna: Perdasdefogu, patria dell’invecchiamento di successo.
Nel cuore aspro e affascinante della Sardegna centro-orientale, là dove la terra si fa pietra e le montagne sembrano custodire antichi segreti, sorge Perdasdefogu, un paese che non è soltanto un luogo, ma una vera e propria testimonianza vivente di longevità, tradizione e resistenza.
Incastonato nell’Ogliastra, terra riconosciuta a livello mondiale come una delle cinque Blue Zone, aree in cui le persone vivono più a lungo e più in salute, Perdasdefogu rappresenta il simbolo assoluto dell’invecchiamento di successo. Questo borgo, legato a secoli di cultura agropastorale e abbracciato da un paesaggio selvaggio e autentico, ha saputo conservare una qualità della vita rara e preziosa, tanto che nel 2014 è stato riconosciuto per aver dato i natali alla famiglia più longeva del mondo: otto fratelli per un totale di 828 anni, con due sorelle che avevano superato i 100 anni – 107 e 101 per la precisione.
Il nome stesso del paese racconta una storia antica e concreta: Perdasdefogu significa “pietre da fuoco”, un riferimento alle pietre calcaree utilizzate per produrre calce nelle fornaci. Gli abitanti, poco più di duemila, chiamano affettuosamente il paese Foghesu, cioè “fornace”, un soprannome che ne racchiude l’identità profonda e radicata. È un borgo di origine medievale, sospeso a 600 metri d’altitudine, nella parte meridionale dell’Ogliastra, dove l’abitato si aggrappa alle pendici dei celebri Tacchi, formazioni rocciose calcaree dalla forma singolare e imponente, che dominano l’orizzonte come torri naturali. Secondo una leggenda, le prime case furono costruite da profughi provenienti da Turu, un villaggio distrutto dai mori: un passato che affiora nella memoria collettiva come traccia di una resilienza antica.
Il tessuto urbano è un piccolo scrigno di pietra e storia: case ottocentesche si affiancano a edifici rustici, e tutto converge verso il centro, dove si erge la parrocchiale di San Pietro Apostolo, chiesa classicheggiante della fine del XIX secolo che custodisce preziose opere d’argento del Seicento e statue del Settecento. Più in alto, a dominare il paese, c’è la chiesa di San Sebastiano, dalle forme proto-romaniche dell’XI secolo, al cui santo si rende omaggio ogni 20 gennaio con la tradizionale accensione dei falò. Le campagne intorno ospitano altre chiese amate dai foghesini: Santa Barbara, celebrata a fine maggio con una suggestiva processione in abiti tradizionali, e San Salvatore, protagonista di una delle feste più antiche e sentite del territorio. La comunità è fortemente legata al calendario liturgico, in particolare alla Settimana Santa, quando si preparano su nenniri, cestini di germogli di grano, posti sugli altari come riti propiziatori per la fertilità.

Perdasdefogu
L’economia locale affonda le sue radici in pratiche millenarie: l’allevamento e la coltivazione di cereali, frutteti e vigneti sono attività ancora vive e vitali. In periferia, dai primi decenni del Novecento, è attivo il Poligono interforze di Quirra, centro militare e scientifico che, pur nella sua specificità, è diventato parte integrante del tessuto sociale del paese. Ad arricchire ulteriormente questo territorio è il parco di Bruncu Santoru, un angolo di natura incontaminata fatto di lecci e macchia mediterranea, popolato da cervi sardi e attraversato da sentieri che conducono a meraviglie nascoste.
Uno di questi tesori è sa Brecca de is Tapparas, una profonda spaccatura nel cuore della montagna, un canyon naturale che si snoda per 300 metri tra pareti di 40 metri d’altezza, dove la luce filtra tra alberi e rocce creando un’atmosfera quasi mistica. Non lontano, le grotte di is Angurtidorgius offrono un altro affaccio sul mistero e la bellezza del sottosuolo sardo. Da qui, lungo le antiche carrarecce montane, si aprono panorami mozzafiato sul Salto di Quirra e sui Tacchi di Jerzu, tra paesaggi solitari e aspri, fino a incontrare le spettacolari cascate di Luesu, tra cui il salto di 70 metri chiamato su Strumpu, un tuffo d’acqua che spezza il silenzio con la sua voce potente.
Nel Centro di Educazione Ambientale, i visitatori possono immergersi nella conoscenza del territorio attraverso una mostra dedicata a fauna, minerali e fossili, scoprendo che Perdasdefogu è anche parte del Parco Geominerario della Sardegna, grazie alla presenza di un antico giacimento di antracite, oggi trasformato in patrimonio di archeologia industriale. Ma il viaggio nel tempo non finisce qui: tombe di Giganti, fonti sacre come quella di Peddi de Cani, e nuraghi sparsi come Arras, Florentina, Perdixeddu, Prediargiu e Trutturis testimoniano una presenza umana millenaria, che ha lasciato segni indelebili nel paesaggio e nella memoria.
Perdasdefogu non è solo un esempio virtuoso di longevità: è una sintesi perfetta tra natura, storia, cultura e tradizione. Un luogo dove ogni pietra racconta, ogni festa unisce, ogni sentiero porta lontano nel tempo. È qui che il passato convive con il presente, dove la vita scorre lenta e intensa, custodendo il segreto di un’esistenza lunga, serena e profondamente radicata nella propria terra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA