Momenti di forte tensione a Domenica In, dove si è consumato un acceso confronto tra Valeria Marini e sua madre, Gianna Orrù. Ospite di Mara Venier, la signora Orrù ha parlato del rapporto complicato con la figlia, lasciando intendere che tra loro i rapporti siano tutt’altro che distesi.

La signora, 87 anni, è apparsa visibilmente provata, anche a causa di una recente truffa in cui ha perso 335mila euro. Ma il momento più delicato dell’intervista è arrivato quando si è toccato l’argomento del rapporto con la figlia. Gianna Orrù ha parlato con amarezza della sua esperienza accanto alla showgirl.

“Le questioni familiari dovrebbero restare tali, invece lei le ha rese pubbliche ovunque”, ha dichiarato la madre della showgirl sarda. “Ho stravolto la mia vita per lei e me ne pento. Ho lasciato il mio lavoro. E a chi importa se le sono stata accanto? Correvo sempre dietro a Valeria”.

Nel tentativo di favorire un riavvicinamento, Mara Venier ha fatto entrare in studio Valeria Marini, ma l’improvvisa apparizione ha mandato su tutte le furie la Orrù, che ha minacciato di lasciare la trasmissione.

Dal canto suo, Valeria ha raccontato che la madre avrebbe interrotto ogni contatto, arrivando perfino a bloccarla sul telefono. Nonostante ciò, la showgirl ha chiesto scusa pubblicamente. Tuttavia, la madre non ha accettato le scuse e si è categoricamente rifiutata di sbloccarla.

A Pranu Sanguni, nel comune di San Basilio, a 35 chilometri da Cagliari, svetta un colosso dell’astronomia moderna: un’antenna parabolica alta come un palazzo di venti piani e con 64 metri di diametro, il più grande e avanzato radiotelescopio d’Europa e il secondo al mondo, superato solo dal Green Bank Telescope in Virginia, negli Stati Uniti, che raggiunge i 100 metri.

Il maestoso strumento, frutto di un progetto congiunto tra Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, Agenzia Spaziale Italiana e Regione Sardegna, è stato realizzato con 3.000 tonnellate d’acciaio e ben 10.000 punti di saldatura, eseguiti con una precisione inferiore al millimetro. Una struttura imponente e tecnologicamente all’avanguardia, pensata per spingere lo sguardo umano sempre più lontano nello spazio profondo.

Il radiotelescopio di San Basilio è una finestra aperta sull’Universo primordiale. Analizza pulsar, quasar, nebulose e segnali cosmici che raccontano la nascita e l’evoluzione delle galassie, contribuendo anche alla ricerca di possibili forme di vita extraterrestre.

Oltre alle osservazioni scientifiche, l’impianto svolge un ruolo strategico per le missioni spaziali interplanetarie.