I 3 dolci tradizionali che non possono mancare nelle tavole di Pasqua in Sardegna

Per voi, quali sono i dolci sardi che non possono mancare nelle tavolate di Pasqua e Pasquetta?
In Sardegna, l’arte dolciaria affonda le sue radici in una lunga tradizione fatta di sapori semplici ma intensi, spesso legati alle festività religiose e ai momenti di convivialità. Tra questi, la Pasqua rappresenta un’occasione speciale in cui le tavole si arricchiscono di una grande varietà di dolci tipici, dalle forme fantasiose e dai profumi inconfondibili.
Durante il pranzo pasquale, al termine delle abbondanti portate, fanno la loro comparsa dolci di ogni dimensione, spesso realizzati con grande maestria artigianale. Sebbene molti di questi dolci siano presenti anche in altre ricorrenze, ce ne sono alcuni che appartengono esclusivamente alla tradizione pasquale. È il caso del Coccoi cun s’ou e dei Pistoccheddus cun s’ou, dolci simbolici che custodiscono al loro interno un uovo intero, con il guscio, e che vengono preparati esclusivamente per Sa Pasca Manna, la Pasqua. Ma ecco altri protagonisti indiscussi delle tavolate di Pasqua e Pasquetta.
Pardulas – Conosciute con diversi nomi a seconda della zona – formagelle, casatinas, casgiaddine, pardulas, gasadinas – sono accomunate dalla stessa essenza: una base di pasta violada (una sorta di frolla sarda) che accoglie un ripieno morbido a base di ricotta o formaggio fresco. La loro forma rotonda e il colore dorato, la crosta croccante che racchiude un cuore soffice, ne fanno un’autentica icona della pasticceria isolana.
Amaretti – Altrettanto tipici sono gli amaretti, dolcetti a base di mandorle dolci e amare, tritate finemente e amalgamate con zucchero e albumi. Prima della cottura, ogni amaretto viene decorato con una mandorla intera pelata, che ne esalta l’estetica e il gusto.
Copulettas – Nelle zone del Sassarese, in particolare a Ittiri e Ozieri, troviamo infine dei dolci unici per forma e sapore: le copulettas, delle piccole opere d’arte a forma di fiore, ripiene di pistiddu, un composto ricco a base di sapa (mosto cotto), mandorle tostate, uva passa, scorza d’arancia, pane grattugiato (o semola) e, talvolta, una nota di caffè. Una volta sfornati, questi dolci vengono ricoperti da una glassa bianca e decorati con i tradizionali confettini colorati, chiamati in sardo traggera o trazea.
La pasticceria pasquale sarda è molto più di una semplice tradizione culinaria: è un racconto fatto di simboli, di memoria e di comunità, capace ogni anno di regalare emozioni e sapori senza tempo.

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