Lo sapevate? Da dove deriva il nome Arbatax?
L'origine del nome di Arbatax, un tempo piccolo villaggio di pescatori e oggi una delle località più affascinanti della costa orientale sarda, rimane avvolta nel mistero. Nel corso dei secoli, studiosi e storici hanno avanzato diverse teorie, alcune delle quali controverse, altre più accreditate, nel tentativo di spiegare l’etimologia di questo nome così particolare.
Lo sapevate? Da dove deriva il nome Arbatax?
L’origine del nome di Arbatax, un tempo piccolo villaggio di pescatori e oggi una delle località più affascinanti della costa orientale sarda, rimane avvolta nel mistero. Nel corso dei secoli, studiosi e storici hanno avanzato diverse teorie, alcune delle quali controverse, altre più accreditate, nel tentativo di spiegare l’etimologia di questo nome così particolare.
Una delle ipotesi più diffuse, ma anche tra le più discusse, è quella che riconduce il nome Arbatax all’arabo “arba at ashara”, che significherebbe “quattordici”. Secondo questa teoria, il toponimo si riferirebbe alla quattordicesima torre costiera d’avvistamento eretta dagli spagnoli, procedendo dal sud della Sardegna. Tuttavia, questa spiegazione è ritenuta poco credibile da molti studiosi: appare improbabile, infatti, che i Sardi abbiano adottato un termine di origine araba, considerando che gli Arabi e i Saraceni erano i loro nemici più temuti.
Eppure, secondo lo studioso Max Leopold Wagner, Arbatax sarebbe l’unico toponimo sardo di sicura derivazione araba. Il Canonico Giovanni Spano, noto filologo e glottologo, confermava questa interpretazione e attribuiva al termine “quattordici” un legame con un episodio storico, forse legato a quattordici prigionieri o abitanti mori della torre.
Un’altra teoria, avanzata dal linguista Massimo Pittau, ci porta indietro nel tempo fino al XVI secolo. La più antica attestazione del nome si trova nella Chorographia Sardiniae di Giovanni Francesco Fara, datata tra il 1580 e il 1589, in cui si fa riferimento a un luogo chiamato promontorium Arbatagii. Pittau suggerisce di confrontare (senza necessariamente far derivare) il nome Arbatax con altri toponimi sardi come Albitru e Albitròni (Olbia), nonché con il termine latino arbutus o arbitus, che significa “corbezzolo”. Questa ipotesi si ricollega alla presenza della pianta del corbezzolo nelle zone costiere circostanti, rendendo plausibile un legame con la vegetazione locale.
Un’ultima affascinante interpretazione suggerisce che il nome Arbatax sia il risultato di una progressiva trasformazione del termine Baccasara. Nei documenti delle rendite pisane, il territorio di Baccasara appare con il nome Batassar, da cui sarebbe derivato Albatassar e infine Arbatax, con la lettera “x” che avrebbe sostituito la doppia “s”. A supportare questa teoria ci sono mappe del Settecento e dell’Ottocento in cui la Torre di Bellavista, uno dei simboli della località, viene anche chiamata Torre di Baccasara. Nella celebre “Carta del Regno di Sardegna” del 1746, il riferimento alla torre con questo nome sembra avvalorare la continuità tra Baccasara e Arbatax.
Quale di queste spiegazioni sia la più attendibile rimane una questione aperta. Quello che è certo è che il nome Arbatax racchiude in sé secoli di storia e influenze culturali, rendendolo ancora oggi un enigma affascinante legato alla ricca tradizione della Sardegna.
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Meraviglie di Sardegna: la spiaggia della Torre di Barì, un tesoro sulla costa ogliastrina
Sulla splendida costa centro-orientale della Sardegna si trova un luogo incantevole, dove la natura e la storia si intrecciano regalando uno scenario unico: la spiaggia della Torre di Barì.
Meraviglie di Sardegna: la spiaggia della Torre di Barì, un tesoro sulla costa ogliastrina
Sulla splendida costa centro-orientale della Sardegna si trova un luogo incantevole, dove la natura e la storia si intrecciano regalando uno scenario unico: la spiaggia della Torre di Barì.
Questo angolo di paradiso, situato nel territorio di Bari Sardo, si estende per otto chilometri lungo il litorale dell’Ogliastra, con una larghezza che raggiunge i cento metri, offrendo spazio e tranquillità anche nei mesi più affollati.
Ciò che la rende così particolare è la divisione naturale creata da un maestoso promontorio roccioso, sul quale si erge un’antica torre d’avvistamento spagnola del XVI secolo. Costruita nel 1572 per proteggere le coste dagli assalti dei pirati saraceni, questa imponente struttura in pietra si staglia contro il cielo e il mare, testimone silenziosa di un’epoca lontana e custode di una delle spiagge più affascinanti della Sardegna.
La spiaggia con la torre di Barì
La spiaggia si divide in due tratti distinti, un tempo frequentati separatamente da uomini e donne, una consuetudine nata nel Dopoguerra che ha lasciato il segno nella memoria popolare. A nord, il “mare degli uomini” (mari de is ominis), caratterizzato da una sabbia dorata a grani grossi, è avvolto da una profumata pineta ai piedi dell’altopiano basaltico di Teccu. A sud, il “mare delle donne” (mari de is feminas), presenta un arenile più chiaro e sottile, impreziosito da piccoli ciottoli levigati dall’azione delle onde.
Le acque cristalline di Torre di Barì, sfumate di turchese e smeraldo, devono la loro purezza alla presenza della posidonia oceanica, una pianta marina che contribuisce a mantenere limpido il fondale. La profondità aumenta rapidamente dopo pochi passi dalla riva, rendendo questa spiaggia ideale sia per chi ama nuotare sia per gli appassionati di snorkeling e pesca subacquea, che qui trovano un ecosistema ricco di vita marina. Attorno alla torre, le rocce sommerse offrono un affascinante scenario sottomarino da esplorare.
La spiaggia con la torre
La spiaggia è attrezzata per accogliere ogni tipo di visitatore: dispone di accessi facilitati per persone con mobilità ridotta, noleggio di ombrelloni e lettini, ampi parcheggi, un centro diving per immersioni guidate e servizi di ristoro nelle vicinanze. Gli amanti del windsurf e del kitesurf trovano in questo tratto di costa un punto perfetto per sfidare il vento, grazie all’esposizione alle correnti di grecale e scirocco.
Poco più a sud, la costa continua a regalare scenari mozzafiato con la spiaggia di Sa Marina Tramalitza, un angolo di paradiso mai troppo affollato, caratterizzato da sabbia chiara e acque trasparenti. Ancora più in là si trova Perda ‘e Pera, un’altra perla del litorale di Cardedu, dove il mare abbraccia la costa con incredibili giochi di luce e colore.
La spiaggia
Se invece ti spingi a nord del centro abitato di Bari Sardo, scoprirai la spiaggia di Cea, un vero e proprio capolavoro della natura: più di un chilometro di sabbia soffice e bianca, con un fondale basso perfetto per le famiglie e per chi ama le lunghe passeggiate in riva al mare. Qui, il panorama è dominato dai celebri Scoglius Arrubius, due imponenti faraglioni di porfido rosso alti venti metri che emergono dalle acque turchesi, regalando una vista spettacolare e unica nel suo genere.
La Torre di Barì e le sue spiagge non sono solo luoghi di straordinaria bellezza, ma anche mete perfette per chi cerca un’esperienza autentica tra storia, natura e relax. Un tesoro da scoprire, custodito nel cuore dell’Ogliastra, che lascia in ogni visitatore il ricordo indelebile di una Sardegna pura e incontaminata.
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