Conoscete la leggenda della fata e del tesoro del Supramonte di Urzulei?
La bellissima leggenda della fata dal telaio d'oro avvistata nelle grotte di Gorroppu, in Ogliastra. Di incredibile bellezza, le sue tracce erano impossibili da seguire: furba e scaltra, girava gli zoccoli del suo cavallo al contrario, confondendo i passi di chi tentava di rintracciarla...
Nel cuore del Supramonte, tra le ombre suggestive della Gola di Gorroppu, si narra una leggenda che intreccia magia, bellezza e mistero. È la storia di una fata, o jana, che abitava nella dolina di Adarre, un luogo remoto e quasi inaccessibile, dove il tempo sembrava fermarsi. Questa figura leggendaria ha popolato per secoli l’immaginario dei pastori ogliastrini, creando un’aura di fascino intorno alla natura selvaggia e alle antiche tradizioni della Sardegna.
La Signora del Telaio Dorato
La fata della Gola di Gorroppu era di una bellezza sconvolgente, al punto che chiunque avesse avuto la fortuna di vederla, anche solo da lontano, non poteva fare a meno di raccontarne le meraviglie. Dimorava in una voragine nascosta e si diceva che avesse accesso a un passaggio segreto che conduceva a un bosco di lecci. Lì, seduta su uno sgabello d’oro, tesseva la lana con un telaio altrettanto prezioso. I pochi pastori che l’avevano scorta da lontano rimasero incantati dalla sua figura eterea e dai suoi misteriosi movimenti.
La fata veniva spesso avvistata a cavallo di un destriero bianco, ma le sue tracce erano impossibili da seguire: furba e scaltra, girava gli zoccoli del suo cavallo al contrario, confondendo i passi di chi tentava di rintracciarla. Ogni tentativo di raggiungerla si risolveva in un nulla di fatto, alimentando il mito della sua inafferrabilità.
Il Mistero del Tesoro
Con il tempo, le voci sul conto della fata si arricchirono di dettagli. Si diceva che custodisse un immenso tesoro nascosto in una grotta, un’eredità lasciata da un antico popolo orientale stabilitosi nella zona in epoca nuragica. Il tesoro, così prezioso da attrarre generazioni di cercatori, era però destinato a rimanere inaccessibile a chiunque non avesse l’anima pura.
Un giorno, un vecchio esperto di arti magiche giunse nel Supramonte e spiegò ai pastori che il tesoro poteva essere reclamato solo da bambini innocenti. La loro purezza d’animo li avrebbe protetti dai pericoli che accompagnavano le ricchezze di origine misteriosa.
Il Dono della Jana
Due pastori decisero di mettere alla prova le parole del vecchio e portarono con sé i figli, un maschietto e una femminuccia, alla grotta della fata. Dopo averli rassicurati, li lasciarono soli con un agnello e un capretto da offrire alla jana. I bambini, spensierati, iniziarono a giocare, finché non comparve il cagnolino della fata, che non abbaiò come faceva solitamente, ma si avvicinò docilmente ai piccoli.
Poco dopo, la jana si mostrò in tutta la sua grazia. I bambini, senza paura, le offrirono i due animali, chiedendo in cambio il famoso telaio d’oro. La fata, colpita dalla loro innocenza, rifiutò di dar loro il telaio – che nelle mani dei mortali si sarebbe trasformato in legno – ma li ricompensò con un recipiente pieno di monete d’oro, raccomandando loro di non rivelare a nessuno la sua esistenza.
L’Ultimo Avvistamento
Dopo quell’incontro, la fata di Adarre svanì per sempre. Né i pastori né i loro figli riuscirono mai più a intravedere il candido cavallo o a sentire il familiare abbaiare del cagnolino. Tuttavia, la sua leggenda continua a vivere nei racconti tramandati da generazione in generazione.
La Jana e il Supramonte: Simboli di Sardegna
Questa storia non è solo una leggenda, ma un riflesso dell’anima della Sardegna: un’isola che cela tesori, naturali e culturali, protetti dalla saggezza della tradizione e dalla bellezza incontaminata del suo paesaggio. La fata di Gorroppu rappresenta il mistero e la magia di una terra che, come la jana stessa, si mostra solo a chi è in grado di apprezzarne l’autenticità.
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