«Il canile come luogo solo di passaggio: adottate»: parla Sandro Bidotti, del canile di Tortolì

Sebbene ci sia tanta sensibilizzazione, però, i canili sono pieni e molti ancora non comprendono l’importanza di adottare sempre – e la necessità di sterilizzare i propri animali al fine di mettere fine alle cucciolate casalinghe, troppo gravose per essere gestite al meglio
Chiunque abbia un amico a quattro zampe sa bene quanto la sua presenza sia importante all’interno del nucleo familiare: l’amore incondizionato che dà è capace di curare tutti gli animi. Sebbene ci sia tanta sensibilizzazione, però, i canili sono pieni e molti ancora non comprendono l’importanza di adottare sempre – e la necessità di sterilizzare i propri animali al fine di mettere fine alle cucciolate casalinghe, troppo gravose per essere gestite al meglio.
Ne sa qualcosa Sandro Bidotti che, insieme alla Cooperativa Rock&Dog, gestisce il canile di Tortolì da circa due anni (con una collaborazione anche precedente): «In Ogliastra,» spiega infatti «le difficoltà nel gestire un canile sono legate proprio alla mala cultura della detenzione dei cani nel territorio.»
Ma in che senso? Be’, come racconta, qui non ci sono molti casi di cani inselvatichiti che si accoppiano senza controllo, bensì «le principali difficoltà sono legate alle cucciolate casalinghe e alle cucciolate dei vari cani detenuti in campagna o in condizioni di poco/nullo controllo».
Gestire tanti cuccioli nati in questo modo è difficoltoso, insomma, e la strada che viene presa è proprio quella sbagliata. «Ciò che succede spesso è che queste cucciolate “indesiderate” vengano abbandonate a borda strada o più semplicemente i cuccioli vengano scaricati la notte dentro scatoloni all’ingresso del canile: questo fenomeno dopo svariate denunce è diminuito ma non si è mai fermato.»
Il comune di Tortolì – prosegue Bidotti – è sempre in linea per mettere fine a questi fenomeni e canile e amministrazione lavorano insieme per arrivare a una soluzione.
Come aiutare una struttura del genere, soprattutto ora che a livello economico tutto costa di più e le spese sono sempre più gravose? Con il volontariato, per prima cosa. Sì, perché la struttura accoglie con entusiasmo i nuovi volontari. «Possono aiutarci nelle varie attività che si svolgono o che vorremmo svolgere… alcune attività in programma non riusciamo ad attivarle poiché siamo sempre sommersi dalle urgenze e dedicare tempo ad attività, per esempio, ricreative per i cani ci viene molto difficile. Quindi la richiesta è quella di partecipazione e di considerare il canile come un’interfaccia culturale per la gestione del proprio cane: chi meglio di un canile può svolgere questo ruolo?»
Sensibilizzazione, però, che deve andare di pari passo con contestualizzazione – precisa il gestore.
«Non possiamo pensare di applicare strategie utilizzate in altri territori per mitigare il problema del randagismo Ogliastra.»
Adottare sì, ma con consapevolezza. «In Ogliastra è una questione di numeri, siamo quattro gatti e i canili comunque sono abbastanza pieni, però far uscire cani senza controllo è penalizzante e crea spesso un effetto boomerang. Noi personalmente non sponsorizziamo molto le adozioni sul territorio e cerchiamo di affidarci ad associazioni che cercano famiglia ai nostri animali anche lontano dalla Sardegna, però in questi dieci anni di attività sul territorio abbiamo notato con piacere un cambiamento: sempre più adozioni vengono effettuate sul territorio e sempre più cittadini si affidano a noi per avere un cane in adozione.»
Molti i percorsi di zooantropologia che, nel corso degli anni, hanno intrapreso non solo nelle scuole primarie e secondarie ma anche in nidi e asili. «Sono attività a noi molto care e che cerchiamo di effettuare con continuità: formare le nuove generazioni e far conoscere il cane e il canile è a parer nostro la via maestra.»
E cosa si potrebbe dire a chi, senza se e senza ma, sceglie un cucciolo perché “più semplice”?
«L’adozione di un cane adulto o cane anziano se seguita bene può spesso rivelarsi più semplice dell’adozione di un cucciolo» chiarisce Bidotti.
Più incontri, questa la chiave per conquistare la fiducia e per instaurare quel livello di conoscenza necessaria, e alcuni fattori – perlopiù legati alla famiglia – da tenere in considerazione, anche se poi – indipendentemente dall’età dell’animale – le premesse sono semplici e complesse insieme: «Le condizioni per adottare un cane sono tanta buona volontà e vero desiderio di condividere la vita insieme al cane.»
Non solo adozioni casalinghe, ma anche altre situazioni: no a fare di tutta l’erba un fascio, spiega Bidotti. Ogni situazione è a sé, la rigidità è la soluzione peggiore.
«Pensiamo e siamo certi che il canile, anche se gestito con tutti i crismi del caso e con tutta l’empatia per queste magnifiche creature, sia il luogo etologicamente meno adatto per la detenzioni dei cani e per farvi crescere i cuccioli» dice, spiegando così la necessità di trovare il luogo del cuore a ognuna di queste strabilianti creature.
E una giornata tipo non esiste. Tutte sono particolari, tutte sono diverse e improntate alle necessità degli animali. Certo è che la pulizia dei box e lo sgambamento degli animali è il cardine di ogni nuova alba, insieme alle terapie per gli animali che necessitano di cure. E i pomeriggi? La burocrazia regna sovrana, anche se i cani hanno la possibilità di svagarsi anche dopo il pranzo.
Molto bolle in pentola per il canile.
«Essendo un canile comunale la gestione va da triennio in triennio non per questo non abbiamo programmato un futuro. È sicuramente importante anche in sede di appalto da parte del comune dare continuità ad una gestione poiché cambiare spesso gestione impedisce una programmazione a lungo termine, che è l’unico modo per poter iniziare a porre rimedio alla situazione del randagismo del territorio. Le attività legate al canile, che stiamo portando a termine e che vorremmo implementare nei prossimi anni, sono orientate ad aumentare l’adattabilità dei cani all’interno della struttura: si parla quindi di attività che permettano ai cani di vivere esperienze esterne al box o al recinto di sgambamento. In quest’ottica stiamo preparando un piccolo campo di educazione con degli strumenti di Mobility Dog. Abbiamo in questi due anni seguito percorsi di inserimento lavorativo di persone fragili collaborando a stretto contatto con il Plus Ogliastra e con l’area sociale del comune di Tortolì: vorremmo implementare queste attività e renderle fruibili a più persone possibili. Abbiamo effettuato all’interno della struttura dei corsi per i volontari e dei corsi rivolti alla cittadinanza riguardanti tematiche cinofile, vorremmo attivarci anche fuori dal canile per essere sempre più presenti nel territorio. Le difficoltà legate a queste attività sono principalmente legate al tempo che gli va dedicato, purtroppo attualmente non riusciamo ad attivarci appieno perché siamo spesso sommersi dagli eventi della gestione quotidiana del canile. In questo senso più persone si fidelizzano e ci aiutano e più tempo noi avremo per attivarci fuori dalle mura del canile.»

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