Lo sapevate? Perché la Scala di San Giorgio a Osini si chiama così?
Uno straordinario monumento naturale avvolto nella leggenda si apre nelle rocce del Taccu di Osini. Ma perché si chiama così?
Lo sapevate? Perché la Scala di San Giorgio a Osini si chiama così?
Uno straordinario monumento naturale avvolto nella leggenda si apre nelle rocce del Taccu di Osini. Ma perché si chiama così?
La Scala di San Giorgio a Osini, un monumento naturale dal fascino straordinario e leggendario, è incastonata nelle imponenti rocce calcaree del Taccu di Osini, nelle montagne dell’Ogliastra. Ma da dove deriva il suo nome, così evocativo e misterioso? Secondo un’antica leggenda, narrata in un documento agiografico del 1117, chiamato “Legenda sanctissimi Georgii presulis suellinsis”, l’origine del nome risalirebbe a un episodio legato a San Giorgio, primo vescovo della diocesi di Barbaria. La tradizione racconta che, durante una visita pastorale a Osini, il santo si trovò di fronte a un monte impervio, difficile da attraversare e ostacolo per i viandanti. Stanco dal viaggio e mosso a compassione per le difficoltà di chi percorreva quella zona, San Giorgio invocò un miracolo: pregò affinché si aprisse un passaggio sicuro e diretto tra le rocce, un varco che facilitasse il transito dei viandanti. Così, secondo la leggenda, le pareti si squarciarono, creando quella che oggi conosciamo come la Scala di San Giorgio. Per di più, il santo avrebbe fatto scaturire una sorgente chiamata “S’abba de sa santidade” (acqua della santità), la cui acqua fresca leniva le fatiche dei passanti e che è tuttora meta di pellegrinaggi.
In segno di gratitudine per questo evento miracoloso, gli abitanti di Osini, nel XIV secolo, costruirono una chiesa ai piedi della montagna e dedicarono al santo questa maestosa formazione rocciosa, nota anche come Gola o Arco di San Giorgio. Nel 1994, la Scala di San Giorgio è stata riconosciuta come monumento naturale, un titolo che ne certifica il valore paesaggistico e culturale. Situata a 900 metri d’altitudine, la gola si apre lungo le pareti scoscese che segnano il margine orientale dell’altopiano del Taccu di Osini, offrendo una vista spettacolare su un paesaggio selvaggio e suggestivo.
La Scala di San Giorgio si distingue per le sue altissime pareti di roccia, che si elevano fino a 50 metri e delimitano un passaggio stretto e spettacolare, formato da una frattura naturale del terreno. Una caratteristica affascinante di questa gola è il nastro di asfalto che la attraversa, permettendo ai visitatori di esplorarla agevolmente. Camminando tra queste pareti, è possibile osservare fratture verticali e incisioni profonde che sembrano spaccare la roccia con una forza antica. La più notevole tra queste fenditure è sa Brecca ‘e Usala, una spaccatura impressionante che si estende per quasi cento metri in profondità. Salendo lungo il sentiero, che a tratti si trasforma in una scalinata incastonata nelle pareti di roccia, si raggiunge infine la sommità del Taccu di Osini, un luogo ammantato di quiete e ricoperto da fitte foreste di lecci.
Da questo punto panoramico, noto come s’Assa de su Casteddu (la parete del castello), lo sguardo spazia fino a sfiorare il mare della costa ogliastrina, abbracciando tutto il territorio circostante e i resti del vecchio borgo di Osini, ormai disabitato. Questo antico villaggio fu abbandonato dagli abitanti a seguito di una disastrosa alluvione nel 1951, e la comunità fu ricostruita più a monte, dove sorge oggi. La vetta della Scala di San Giorgio è carica di storie e di misteri, alimentati anche dal nome stesso della località: si ipotizza, infatti, che qui potesse sorgere una fortezza medievale, benché le evidenze archeologiche indichino piuttosto una postazione militare di epoca romano-bizantina, confermata dal ritrovamento di monete e ceramiche dell’epoca.
Oggi, visitare la Scala di San Giorgio significa immergersi in un ambiente che fonde natura, storia e leggenda. Il percorso, che porta il viandante dalle strade del paese alle alture rocciose del Taccu, regala uno spettacolo unico e una connessione intima con il paesaggio selvaggio della Sardegna. Ogni anno, questa formazione rocciosa attira numerosi escursionisti e pellegrini, affascinati dalla storia sacra e dalle bellezze naturali di questo luogo che racconta di miracoli e antichi insediamenti, evocando il fascino immutabile delle terre ogliastrine.
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