Lo sapevate? In Sardegna esistono due affascinanti “Castelli di Medusa”: ecco dove
Entrambi sono avvolti da leggende, storie millenarie e un alone di mistero che li rende mete uniche e suggestive per appassionati di storia e viaggiatori curiosi.
In Sardegna, due antichi castelli portano lo stesso nome, Castello di Medusa, e sorgono su affascinanti colline, offrendo testimonianze di epoche lontane.
Si tratta del castello di Lotzorai, situato nella provincia dell’Ogliastra, e del castello di Samugheo, nel territorio di Oristano. Entrambi sono avvolti da leggende, storie millenarie e un alone di mistero che li rende mete uniche e suggestive per appassionati di storia e viaggiatori curiosi.
Il castello di Lotzorai sorge su una collina che domina la valle tra Baunei e Tortolì, in una posizione strategica che consentiva di controllare il litorale circostante. Sebbene oggi siano visibili solo ruderi coperti dalla vegetazione, l’antico maniero ha origini che affondano nel passato fenicio, con basi preesistenti probabilmente impiegate come fortilizio per il controllo del territorio. Nel XIII secolo, il castello fu riedificato dai giudici del Giudicato di Cagliari e servì come punto di avvistamento e difesa, grazie alla sua vista privilegiata sia verso la costa che nell’entroterra.
La struttura venne però distrutta nel XV secolo, durante la dominazione aragonese, e di essa oggi rimangono frammenti delle mura e alcune stanze, tra cui una con soffitto ad arco e intonaco bianco. La collina ospita anche una famosa leggenda locale che narra di una principessa spagnola, originaria della Navarra, che si sarebbe rifugiata proprio in questo castello. Si racconta inoltre di un passaggio segreto che attraverserebbe il paese, conducendo fino al fiume, per offrire una via di fuga in caso di assedio.
Il Castello di Medusa di Samugheo si trova in una delle aree più spettacolari e selvagge della Sardegna centrale, in una zona poco antropizzata e dichiarata Sito di Interesse Comunitario (SIC) per la sua importanza ambientale. Costruito su una penisola calcarea circondata dai fiumi Araxisi e Misturadroxiu, il castello si mimetizza con le falesie circostanti, rendendosi parte integrante del paesaggio e punto strategico per il controllo delle vie fluviali e delle miniere nei dintorni.
Gli scavi condotti negli anni Novanta hanno rivelato che il sito era abitato già in epoca preistorica, risalente alla cultura sub-Ozieri (2800-2600 a.C.), con successivi ampliamenti e modifiche in epoca bizantina (VI-XI secolo d.C.). Gli scavi hanno permesso di identificare diverse stanze rettangolari, una cisterna e una poderosa cortina muraria a protezione della struttura. Nelle vicinanze sono stati scoperti resti di pasto, come ossa di suini e bovini e gusci di conchiglie marine, suggerendo che gli abitanti consumassero zuppe e bolliti, e indicando la presenza di ospiti di rango elevato, come dimostrano oggetti raffinati quali un anello d’oro e una base decorata di pilastrino.
Anche questo castello è avvolto da leggende. Una delle più popolari riguarda un personaggio noto come “Re Medusa,” che avrebbe avuto come amante una misteriosa fata, Maria Incantada. Secondo il racconto, il re ferrava il suo cavallo con gli zoccoli al contrario per depistare i nemici quando andava a trovarla. Lei, Maria, sarebbe stata intenta a tessere con un telaio d’oro, i cui colpi si udivano a chilometri di distanza, fin dentro il paese di Samugheo. La leggenda vuole anche che un tesoro inestimabile giaccia nascosto tra le mura del castello, portando nei secoli numerosi cercatori a scavare tra le rovine in cerca delle preziose monete e gioielli.
Tra gli episodi leggendari si racconta anche di una famosa caccia al tesoro guidata dal bandito Perseu di Asuni e dal Viceré De Launay nel 1844, la cui ricerca non portò ad alcuna ricchezza, ma danneggiò ulteriormente la struttura.
I Castelli di Medusa, sebbene oggi ridotti a ruderi, rappresentano due preziose testimonianze dell’eredità storica della Sardegna. Questi luoghi, che per secoli sono stati protagonisti di storie di dominio, difesa e mistero, conservano intatto il loro fascino, offrendo ai visitatori un tuffo in un tempo antico e un’occasione unica per immergersi nella storia e nelle leggende della regione.
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