Ci sono storie che, nel bel mezzo delle brutture del mondo, fanno tornare il sorriso: una di queste è quella del piccolo Michele, maialino che nel 2020 decise che era giunta l’ora di salvarsi, di salvarsi da solo per giunta. Dai maltrattamenti di un allevamento abusivo. Da un futuro scelto e che non prevedeva un lieto fine. Da niente coccole e niente tranquillità.

A raccontarci questa bellissima storia, è Alessia, volontaria che quattro anni fa gli aprì le porte del suo Santuario per animali salvati e gli concesse una vita bellissima.

Ma torniamo a quattro anni fa, quando Miki era ancora piccolo e spaventato: ebbene, Miki trovò le forze, scappò da quell’inferno. Non sapeva dove andare, ma sentiva il bisogno di trovare un posto sicuro e accogliente. Vagò per giorni, affrontando la fame, il freddo e i pericoli della strada con i cani che lo inseguivano e lo mordevano.

Un giorno, però, la sua fortuna cambiò.

Incontrò una gentile coppia che lo vide e si commosse per la sua situazione: i due lo accolsero nel giardino di casa e chiamarono qualcuno che potesse occuparsi di lui. Miki entrò così in un Santuario per animali salvati nel nord Sardegna, e Alessia lo accolse insieme agli altri animali abitanti del Rifugio. Miki si sentì subito a casa, in quel nuovo bellissimo posto conobbe tanti altri animali che avevano storie simili alla sua.

C’erano cavalli, cani, conigli, capre, pecore e tutti erano felici e ben curati da Alessia che li amava e li rispettava. Miki si fece molti amici e imparò a fidarsi degli umani. Scoprì anche il piacere di giocare, correre, rotolarsi nel fango e mangiare frutta e verdura fresca. Miki crebbe sano e forte, e divenne uno dei maiali più simpatici e affettuosi del rifugio.

Ora vive una vita piena e felice, e non si stanca mai di ringraziare la signora che lo salvò e gli diede una seconda chance. Miki è un maiale grato e felice, e la sua storia è un esempio di speranza e amore per tutti gli animali.

Il cambiamento climatico non è solo una previsione futura, ma un fenomeno che trova riscontri evidenti anche nella storia geologica della Sardegna. A raccontarlo è il geologo Luigi Sanciu, che da anni studia le trasformazioni dell’isola.

“Circa 125 mila anni fa, durante un periodo interglaciale molto caldo, il livello del mare si alzò di 5-6 metri rispetto all’attuale”, spiega Sanciu. “Ma lungo alcune aree della costa orientale, come Cala Luna, il livello fossile del mare è visibile anche a +10 metri. Un’anomalia che molto probabilmente è dovuta a un successivo sollevamento tettonico del territorio”.

Le testimonianze sono scolpite nelle rocce calcaree: linee di erosione marina, terrazze e antiche cavità scavate dalle onde, tutte ben sopra il livello attuale del mare. “Si tratta di prove inconfutabili di un riscaldamento globale passato, che provocò la fusione di grandi masse glaciali”, sottolinea il geologo. “E non parliamo di milioni di anni fa, ma di un’epoca geologica recente, un battito di ciglia se rapportato all’età della Terra”.

Un monito, più che una curiosità. “Queste evidenze ci ricordano che l’innalzamento dei mari non è uno scenario ipotetico, ma un fatto già accaduto nella storia del pianeta. Se non interveniamo oggi, potremmo rivivere quegli eventi in tempi molto più rapidi e con conseguenze drammatiche per le nostre coste e comunità”, avverte Sanciu.