Un incendio è scoppiato oggi in un capannone industriale nella zona di Macchiareddu, causando momenti di tensione e paura tra i dipendenti. La struttura colpita è quella di un’azienda che si occupa del trattamento di materiali derivati della cellulosa. Tra i lavoratori presenti, un operaio di settant’anni ha vissuto attimi di grande apprensione rimanendo incastrato su un muletto mentre cercava di mettersi in salvo.

L’allarme è scattato immediatamente e una squadra del comando dei Vigili del Fuoco di Cagliari si è recata sul posto per affrontare l’emergenza, portando con sé due autobotti, un’autoscala e un carro autoprotettori per gestire il complesso intervento. Gli operatori, specializzati in operazioni di salvataggio in condizioni di rischio, sono riusciti a raggiungere e liberare il settantenne intrappolato nel muletto, portandolo fuori dalla zona pericolosa.

Una volta tratto in salvo, il lavoratore è stato affidato alle cure del personale del 118, prontamente intervenuto sul luogo dell’incidente. L’uomo, sebbene scosso e visibilmente provato, non ha riportato gravi ferite grazie alla rapidità dell’intervento, ed è stato successivamente trasportato in ospedale per accertamenti.

L’incendio, secondo quanto riferito dai Vigili del Fuoco, ha interessato prevalentemente l’area esterna del capannone. Le cause dell’incendio non sono ancora state accertate e saranno oggetto di ulteriori indagini. Le squadre di soccorso hanno provveduto a delimitare l’area e avviare le operazioni di bonifica per scongiurare eventuali riaccensioni o ulteriori danni alle strutture.

Chiunque abbia passeggiato lungo le affascinanti scogliere granitiche di Orrì, in Ogliastra, avrà notato quelle linee più chiare che attraversano le rocce come delle vere e proprie venature. Si tratta dei cosiddetti filoni aplitici, un fenomeno geologico affascinante, testimonianza di antichi processi magmatici avvenuti milioni di anni fa.

Foto di La Monica nel gruppo GEOsiti della Sardegna

Questi corpi rocciosi filoniani di natura granitica si sono formati quando il magma residuo, ancora fuso, ha trovato spazio per infiltrarsi nelle fessure delle rocce circostanti – fenditure spesso create dal raffreddamento del granito stesso o da movimenti tettonici.

Si tratta di intrusioni magmatiche secondarie, che si inseriscono in fratture della roccia preesistente. Nel caso dei filoni aplitici, queste fratture si sono verificate in rocce granitiche già consolidate, probabilmente in concomitanza con grandi eventi geologici come la roto-traslazione che ha portato la Sardegna dalla sua originaria posizione presso i Pirenei a quella attuale nel Mediterraneo.

I filoni aplitici si distinguono per la loro struttura microgranulare: i cristalli che li compongono sono molto piccoli, al punto da risultare difficili da osservare a occhio nudo. La loro composizione è tipicamente ricca di quarzo, feldspati (ortoclasio e plagioclasio) e mica, con una presenza minima di minerali femici (quelli contenenti ferro e magnesio).

In alcuni casi, questi filoni si presentano come vere e proprie intrusioni di quarzo, depositatosi all’interno delle diaclasi – le spaccature nella roccia granitica – rendendo ancora più evidente il contrasto tra il colore chiaro del quarzo e il granito circostante.