Biru de Concas, il sito archeologico soprannominato la “Stonehenge sarda”

Biru de Concas è soprannominata la "Stonehenge sarda". Ma siamo sicuri che abbia qualcosa da invidiare al celebre sito britannico? Qui si può ammirare la più grande concentrazione di menhir del Mediterraneo, oltre duecento.
In Sardegna non mancano i luoghi suggestivi e ricchi di fascino. Uno di questi è sicuramente è il parco archeologico di “Biru de Concas”, letteralmente significa sentiero delle teste, che si trova nel territorio di Sorgono.
Qui si può ammirare la più grande concentrazione di menhir del Mediterraneo – oltre duecento – lavorati dagli scalpellini e che risalgono a circa 5mila anni fa. Molte di queste pietre sacre sono ancora in piedi, altre sono cadute a terra o spezzate e sicuramente tante sono ancora nascoste nel terreno.
Questi menhir sembrano “guerrieri” antichi messi a guardia di questi luoghi e sono orientati a ovest dove tramonta il sole. “Biru Concas” viene denominato la “Stonehenge” sarda, ma non ha niente da invidiare con il celebre complesso megalitico della Gran Bretagna.
Innanzitutto perché è più antico e a differenza del sito archelogico inglese, dove sono state spostate le pietre alle fine dell’ottocento del secolo scorso, i menhir di “Biru Concas” si trovano ancora nella stessa posizione in cui sono state ritrovate.
Inoltre nel sito archeologico del Mandrolisai, si possono ancora osservare resti di capanne circolari, mentre a poca distanza si possono ammirare: due nuraghi – uno “a corridoio” e il maestoso Talei -, una tomba di Giganti e un dolmen.
Per arrivare al sito, basta prendere la strada che da Sorgono porta al Santuario di San Mauro e successivamente proseguire per alcuni chilometri.
Sicuramente un luogo della Sardegna da conoscere e visitare.

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