Ieri si è tenuta la giornata ecologica presso l’Arbatax Park Resort, in occasione del World Clean Up Day, evento internazionale dedicato alla tutela dell’ambiente. L’iniziativa, organizzata dal Resort in collaborazione con Vele Corsare e Tugulu Trasporti, e con il patrocinio del Comune, ha coinvolto scuole, volontari e turisti in un’azione di pulizia e sensibilizzazione ambientale.

Nel Giardino delle Meraviglie del Resort, due classi di scuole elementari del villaggio, con un totale di 50 bambini, hanno partecipato a una serie di attività didattiche ed ecologiche. Dalle 08:30, i piccoli partecipanti sono stati accolti dallo staff e coinvolti in diverse iniziative tra cui la staffetta per ricostruire il nome della giornata, la creazione di slogan ambientali e la raccolta differenziata. I bambini hanno imparato l’importanza del riciclo con una divertente staffetta che li ha aiutati a separare correttamente i rifiuti.

La giornata si è conclusa con una visita alla fattoria e al parco naturale del Resort, dove i bambini hanno esplorato la fauna e la flora locali, approfondendo l’importanza della biodiversità.

Contemporaneamente, sulla spiaggia di Porto Frailis, lo staff dell’Arbatax Park, insieme a volontari locali, turisti e membri di Vele Corsare, ha preso parte alla pulizia del litorale. Circa 20 persone hanno contribuito alla raccolta dei rifiuti, con il supporto logistico di Tugulu Trasporti, che si è occupata del ritiro delle buste di spazzatura.

Un sommozzatore ha inoltre lavorato alla pulizia del fondale marino di fronte al Resort, rendendo l’operazione ancora più completa e significativa per la protezione dell’ecosistema marino.

Parte del circuito Let’s Do It Italy, la giornata è stata un successo di partecipazione e impegno collettivo per il World Clean Up Day. L’iniziativa, organizzata da Arbatax Park Resort con il supporto di Vele Corsare e Tugulu Trasporti, ha mostrato quanto la collaborazione tra cittadini, scuole e turisti possa fare la differenza nella protezione dell’ambiente.

La giornata si è conclusa con un momento di riflessione e saluti, lasciando un forte messaggio di responsabilità verso il pianeta e ispirando i partecipanti, in particolare i più giovani, a comportamenti più consapevoli e sostenibili.

A Punta La Marmora (Perdas Crapías), la vetta più alta della Sardegna, le rocce affioranti raccontano una storia di oltre 300 milioni di anni, ma senza tracce fossili. Come spiega il paleontologo Daniel Zoboli, qui le rocce hanno subito un intenso processo di metamorfismo, noto ai geologi come “Filladi Grigie del Gennargentu”, che ha cancellato ogni possibile residuo fossile.

Foto Daniel Zoboli

Il metamorfismo, dovuto ad alte pressioni e temperature durante l’Orogenesi Varisica, ha deformato le rocce, creando evidenti pieghe ductili, visibili nei blocchi affioranti. Il corrispettivo meno metamorfico di queste rocce sono le “Arenarie di San Vito”, affioranti nella Sardegna meridionale e risalenti al periodo Cambriano medio–Ordoviciano inferiore.

Queste formazioni raccontano non solo la storia geologica della Sardegna, ma anche le dinamiche tectoniche che hanno modellato le montagne e i paesaggi che oggi ammiriamo.