“I lavori di riqualificazione urbana continuano a pieno ritmo, con un’attenzione particolare al, interventi fondamentali per migliorare la qualità e la sicurezza delle nostre strade.”

Grandi news nella città di Lanusei: proseguono i lavori di riqualificazione urbana, con attenzione al rifacimento del manto stradale e delle cunette. Qualità e sicurezza delle strade messe in primo piano.

“Recentemente, il progetto di manutenzione urbana ha visto la conclusione dei lavori di rifacimento della pavimentazione stradale in diverse aree della città, segnando un importante passo avanti nel miglioramento delle infrastrutture locali. Tra le zone interessate, la prima parte di via Ogliastra ha subito un significativo intervento di rinnovo. Questo progetto non si è limitato solo al rifacimento del manto stradale, ma ha incluso anche la revisione delle cunette per un migliore drenaggio delle acque piovane, oltre all’installazione di nuove ringhiere, che contribuiscono a garantire una maggiore sicurezza per residenti e passanti” si legge scritto sulla pagina social istituzionale del Comune.

“Una volta completati i lavori sul manto stradale, l’amministrazione comunale ha in programma di proseguire con importanti interventi sull’illuminazione pubblica. Le aree interessate includono Vico Tuveri e la strada che conduce all’ospedale, dove sarà installato un nuovo sistema di illuminazione. Questo intervento non solo migliorerà la visibilità durante le ore serali, ma contribuirà anche a incrementare la sicurezza e il comfort di tutti coloro che attraversano queste zone, garantendo un’illuminazione efficiente e adeguata per la mobilità cittadina. Gli interventi in corso non si limitano al semplice miglioramento estetico degli arredi urbani, ma mirano a rendere la città più sicura e vivibile. Questi lavori sono progettati per garantire una fruizione sicura e confortevole delle strade, sia per i veicoli che per i pedoni, riflettendo un impegno costante dell’amministrazione comunale nel migliorare la qualità della vita dei cittadini. Con il proseguimento di questi lavori, la nostra città continua a trasformarsi in un luogo più accogliente, sicuro e funzionale, a beneficio di tutti.”

Piccolo, schivo, ma sorprendentemente adattabile: è il toporagno dai denti bianchi, e in Sardegna ne vive una sottospecie unica al mondo, la Crocidura russula ichnusae, presente nell’isola sin dal IV millennio a.C., come attestano i ritrovamenti nella grotta di Su Guanu. Questo minuscolo mammifero, lungo appena 9–13 cm e del peso di 7–15 grammi, è uno degli abitanti più antichi e discreti del territorio sardo.

Rasbak – Opera propria, CC BY-SA 3.0 – wikimedia

La Crocidura sarda è diffusa in quasi tutti gli ecosistemi dell’isola, dalle zone boscose fino a 1.000 metri di altitudine, incluse aree protette come l’Isola dell’Asinara. Predilige gli ambienti mediterranei: vive tra macchia, praterie asciutte e zone di transizione tra bosco e campagna, ma non disdegna neppure i giardini e le abitazioni rurali, dove si avvicina all’uomo.

La sua pelliccia è folta e di colore bruno-rossiccio sul dorso, sfumata nel grigio sul ventre, e ha il classico aspetto dei toporagni: muso allungato, occhi minuscoli, orecchie rotonde poco visibili e coda nuda, lunga circa la metà del corpo.

Foto Forestas

Una delle particolarità più sorprendenti della Crocidura è il “carovanamento”, osservabile anche nella sottospecie sarda. In caso di pericolo, o quando i piccoli iniziano a esplorare il mondo esterno, si dispongono in fila indiana, uno aggrappato all’altro, seguendo la madre in una sorta di minuscola catena in movimento.

Come altri Soricidi, la Crocidura emette suoni e ultrasuoni e i maschi diffondono un odore muschiato per marcare il territorio e attirare le femmine. È attiva sia di giorno che di notte, e anche se non va in letargo, può entrare in uno stato di torpore per ridurre il metabolismo nei periodi critici.

La stagione riproduttiva va da febbraio a settembre, con una pausa estiva ad agosto. Le femmine nate all’inizio della stagione possono già riprodursi nello stesso anno. Ogni parto dà origine a 2–6 cuccioli, con un massimo di 3–4 cucciolate nella stagione successiva. L’aspettativa di vita della Crocidura è breve, tra 20 e 30 mesi.

La Crocidura sarda non è attualmente a rischio di estinzione, ma è una delle specie più vulnerabili agli incendi. Quando un’area viene colpita dal fuoco, la ricolonizzazione può richiedere anche 5–6 anni. Per questo motivo è inserita nell’Allegato III della Convenzione di Berna (Legge 503/1981), che tutela le specie europee in pericolo.

La presenza della Crocidura russula ichnusae in Sardegna è un ulteriore tassello dell’incredibile biodiversità faunistica dell’isola, spesso trascurata ma fondamentale. Un piccolo mammifero che, silenziosamente, continua da secoli a vivere in simbiosi con il paesaggio mediterraneo, ricordandoci quanto anche le creature più piccole abbiano un ruolo importante negli equilibri naturali.