Valentino Cocco ed Enrica Lampis, ponti viventi tra Danimarca e Sardegna ed esperti in turismo: «L’Isola ha bisogno di innovatori»
Valentino Cocco ed Enrica Lampis, il cuore diviso tra l’Isola e la Danimarca dove si concentra il loro lavoro, si raccontano. «Per chi vuole fare la differenza nel turismo sardo e sogna magari un giorno di ritornare nella propria terra, il messaggio è chiaro: imparate ad amare lo studio, sforzatevi di migliorare la creatività, osate essere unici e insostituibili. Le potenzialità sono enormi per chi sa vedere oltre l'ovvio e ha il coraggio di percorrere strade inesplorate.»
«Non esiste una formula preconfezionata per il successo. La chiave è osare, sperimentare e creare qualcosa che nessun altro ha pensato prima. È questo spirito pionieristico che può trasformare le sfide in opportunità di mercato significative. Per chi vuole fare la differenza nel turismo sardo e sogna magari un giorno di ritornare nella propria terra, il messaggio è chiaro: imparate ad amare lo studio, sforzatevi di migliorare la creatività, osate essere unici e insostituibili. Le potenzialità sono enormi per chi sa vedere oltre l’ovvio e ha il coraggio di percorrere strade inesplorate. La Sardegna non attende imitatori, ma innovatori pronti a scrivere il prossimo capitolo della sua storia turistica.»
Valentino Cocco ed Enrica Lampis – sardi con la passione per le lingue, che fanno la spola tra Isola e Danimarca per lavoro – sono chiari quando si parla dei sardi all’estero che vorrebbero tornare nella loro terra, tra opportunità e ostacoli: «La Sardegna offre un terreno fertile per chi ha il coraggio di innovare. Dove alcuni vedono carenze, gli imprenditori visionari scorgono opportunità inesplorate. Il segreto non sta nel replicare modelli esistenti, ma nell’inventare soluzioni uniche che valorizzino l’unicità dell’isola. E questo non richiede necessariamente alti investimenti economici. La vera sfida è creare qualcosa di originale, insostituibile, che parli al cuore dei visitatori e alle esigenze del territorio. Prendiamo ad esempio la rarità di trovare professionisti come noi due, che parlino danese e possiedano un set di competenze altamente specializzate, complementari l’una con l’altra. Queste non sono doti innate, ma il risultato di anni di dedizione, passione e, soprattutto, di una visione originale del proprio percorso. Il successo nel turismo sardo richiede lo stesso approccio: una combinazione di competenze uniche, acquisite con sacrificio e ambizione, unite a un’idea innovativa che colmi le lacune del mercato.»
Ma facciamo un passo indietro, per capire come Lampis e Cocco siano diventati professionisti del turismo.
Valentino nasce a Iglesias nel 1986, Enrica a Serrenti tre anni dopo: entrambi hanno, nel cuore, l’anima delle proprie città d’origine ma soprattutto sono figli di Sardegna.
I percorsi di studio sono stati diversi ma complementari.
Cocco si specializza in Amministrazione, Finanza e Marketing con focus sul turismo e ora frequenta un corso di laurea in comunicazione scientifica per le organizzazioni pubbliche e private. Lampis si laurea in Scienze della Formazione Primaria, completando poi un master in italiano L2 per stranieri.
Ma è il 2013 l’anno di svolta.
«Enrica, fresca di laurea, ha fatto le valigie per la Danimarca, ispirata da una visita alla sorella Danila – architetto in Danimarca» racconta Cocco. «Io mi trovavo in Danimarca già da qualche mese, affascinato dal Paese durante una visita a un amico danese. È stato durante un corso di lingua danese che i nostri destini si sono incrociati, dando inizio a questa avventura personale amorosa e professionale.»
Nel 2017, dopo anni come camerieri, i due fondano la STUDIA.DK.
«All’inizio, offrivamo corsi in 13 città danesi con 13 docenti. La pandemia ci ha costretti a reinventarci: siamo passati completamente online, con Enrica come unica insegnante. Abbiamo creato contenuti video che sono diventati subito virali in Danimarca, attirando un gran numero di nuovi studenti. Oggi, oltre alle lezioni online, organizziamo viaggi studio a Iglesias e il suo territorio, offrendo un’immersione totale nella cultura italiana e sarda. Tra i nostri studenti ci sono professionisti alto-spendenti, compresi calciatori di Serie A, registi, attori e imprenditori. Collaboriamo con aziende, associazioni ed enti pubblici sia in Italia che in Danimarca, promuovendo la Sardegna e la cultura italiana. Il nostro obiettivo va oltre l’insegnamento: vogliamo essere un ponte tra culture e contribuire allo sviluppo economico e culturale della nostra amata isola.»
Oggi? Be’, fanno la spola tra Isola e Danimarca, come abbiamo detto. ma non tutto è rose e fiori, del resto si parla di trasporti.
«Viaggiare frequentemente tra Sardegna e Danimarca è un’esperienza tanto entusiasmante quanto impegnativa, con la sfida principale rappresentata dalle connessioni di trasporto. Nonostante il vantaggio di un collegamento ferroviario diretto di circa 40 minuti tra Iglesias e l’aeroporto di Cagliari, il viaggio complessivo per raggiungere Copenaghen si protrae per un’intera giornata, a causa dell’assenza di voli diretti. Questa situazione non impatta solo su di noi, ma influenza significativamente le scelte dei nostri studenti danesi. Molti, pur desiderando visitare il nostro territorio, optano per destinazioni più accessibili, scoraggiati dalla complessità del viaggio verso questa zona dell’isola. La mancanza di un volo diretto Cagliari-Danimarca costituisce un ostacolo rilevante, limitando non solo lo scambio culturale e turistico, ma soprattutto il potenziale economico per il nostro territorio. Il flusso di turisti scandinavi, con una capacità di spesa considerevole, viene dirottato principalmente su Olbia e Alghero, lasciando a noi solo le “briciole” dei pochi temerari che, noleggiando un’auto, affrontano circa 4 ore di viaggio sulla 131 per raggiungere Iglesias. È una problematica che nessuno o in pochi sollevano ma che ha un impatto decisamente importante per lo sviluppo turistico del nostro territorio.»
Doppio filo con l’Isola, certo, ma anche con quella terra che hanno eletto a casa propria: del resto, si dice che il cuore abbia mille stanze.
«Quando non siamo in Sardegna, l’Isola ci manca profondamente, ma in un modo che sta diventando sempre più complesso e sfaccettato. Con il passare del tempo, abbiamo la sensazione che la Sardegna e la Danimarca, pur così geograficamente e culturalmente distanti, stiano convergendo dentro di noi in un modo unico e personale. È come se stessimo diventando un ponte vivente tra queste due realtà, assorbendo e fondendo il meglio di entrambe. Quando siamo in Sardegna, ci sorprendiamo a sentire la nostalgia di quella Danimarca che abbiamo imparato ad amare – la sua efficienza, il suo senso civico, la sua apertura. Allo stesso modo, quando siamo in Danimarca, il nostro cuore anela alla Sardegna – ai suoi profumi, ai suoi sapori, al calore della sua gente. Questa dualità non è un conflitto, ma una ricchezza. Abbiamo scoperto che la vera “terra di mezzo” non è un luogo fisico, ma uno spazio interiore che abbiamo creato dentro di noi. È la capacità di portare con noi il meglio di entrambi i mondi, di vedere la bellezza e il valore in entrambe le culture. Quindi sì, ci manca l’Isola, ma ci manca anche la Danimarca quando non ci siamo. E in qualche modo, grazie a questa doppia appartenenza, non siamo mai veramente lontani da nessuna delle due. Portiamo con noi un pezzo di Sardegna in Danimarca e un pezzo di Danimarca in Sardegna, creando un’identità unica che è più della somma delle sue parti. È una sensazione di completezza, di essere a casa ovunque, pur mantenendo vivo il desiderio di entrambe le terre che amiamo.»
E sì, hanno anche portato i danesi ad amare il cuore granitico sardo, tra paesaggi paradisiaci e tradizioni che solo chi ci ha camminato cuore e anima può conoscere.
«Grazie al nostro lavoro appassionato, molti danesi si sono profondamente innamorati della Sardegna. La nostra dedizione nel condividere la cultura, la bellezza e le tradizioni dell’isola ha avuto un impatto significativo. Attraverso i nostri gruppi Facebook, che contano migliaia di membri attivi, le nostre newsletter informative e le lezioni di lingua e cultura italiana, abbiamo creato una vera e propria comunità di amanti della Sardegna in Danimarca. È sorprendente vedere come la percezione dell’isola sia cambiata. Molti dei nostri studenti, che inizialmente confondevano la Sardegna con la Sicilia, hanno ora sviluppato una conoscenza approfondita e un’autentica passione per l’isola. Questo amore si è tradotto in azioni concrete: alcuni hanno già realizzato il sogno di acquistare casa in Sardegna, altri stanno seriamente valutando questa possibilità. Abbiamo anche diversi pensionati danesi che stanno pianificando di trascorrere gli anni della loro pensione sull’isola. “Mamma mia quanto è bella la tua Sardegna” questo è stato il messaggio che mi ha inviato qualche giorno fa Gustav Isaksen, giocatore della Lazio, dopo che per mesi a lezione di italiano, gli ho raccontato e mostrato la nostra terra, la nostra gente, e le nostre tradizioni. Vedere come il nostro impegno abbia non solo educato, ma anche ispirato così tante persone a creare un legame profondo con la Sardegna, ci riempie di orgoglio e ci motiva a continuare su questa strada. Stiamo effettivamente costruendo ponti culturali duraturi tra la Danimarca e la Sardegna, e questo è per noi motivo di grande soddisfazione.»
Cocco ha poi recentemente pubblicato un libro, “Il Ricatto del Turismo ‘Autentico’”, che nasce dall’esperienza dei due con i viaggi studio dei danesi ad Iglesias, dove il tema dell’autenticità emergeva costantemente.
«Partendo da questi spunti locali, l’opera si espande in un’analisi critica del concetto di autenticità nel turismo globale. Attraverso casi studio internazionali e aneddoti dalla Sardegna e tanto altro ancora, il testo esplora come la ricerca ossessiva dell’autenticità possa paradossalmente danneggiare comunità locali e viaggiatori. L’obiettivo è proporre un approccio al turismo più consapevole e responsabile, che vada oltre le narrazioni semplicistiche sull’autenticità e promuova un vero scambio culturale. La Sardegna funge da importante caso studio nel libro. Esamino la percezione dell’autenticità urbana nel quartiere Marina di Cagliari, il recente dibattito sulle pale eoliche e il loro impatto sul paesaggio “autentico”, le aspettative dei turisti nell’ambito enogastronomico sardo, e il paradosso tra preservazione dell’autenticità e sviluppo economico nei piccoli borghi dell’isola. Questi esempi si intrecciano con casi internazionali e il punto di vista dei danesi sulla Sardegna, per offrire una prospettiva più ampia sull’autenticità nel turismo globale. Il libro è sicuramente utile per operatori turistici, studiosi del settore, amministratori locali e viaggiatori consapevoli che desiderano approfondire le dinamiche complesse del turismo contemporaneo e il suo impatto sulle comunità ospitanti, migliorando la capacità di usufruire ed offrire servizi turistici. Qualcosa di cui in Sardegna se ne sente un forte bisogno.»
E Cocco dà anche uno spoiler in anteprima assoluta.
«Parallelamente, siamo entusiasti di annunciare l’imminente uscita in Danimarca del libro “Motivation til italiensk”. Quest’opera affascinante traccia il viaggio personale e professionale di Enrica, dalle sue radici a Serrenti, in Sardegna, fino al suo affermarsi come stimata insegnante di italiano a metà tra la Danimarca e la Sardegna. Il libro non si limita alla sua storia personale, ma intreccia anche le esperienze di centinaia dei nostri studenti, offrendo così un ricco mosaico di prospettive sull’apprendimento linguistico. Entrambi i libri dunque, pur con focus diversi, esplorano le connessioni tra Sardegna e Danimarca, offrendo prospettive uniche sull’interazione culturale e l’apprendimento linguistico nel contesto del turismo e dell’istruzione. Il cosiddetto Turismo Culturale Linguistico.»
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