La distrofia non la ferma, la 16enne Gaia Mura e la sua passione per il canto: «Il mio sogno? Duettare con Ultimo»

Non importa se la sua patologia, la Distrofia Muscolare Congenita di Ulrich, la porti a una capacità polmonare ridotta, con un decimo dell’aria dei suoi coetanei nei polmoni: Gaia Mura canta e lo fa come un usignolo. «Mentre canto mi sento libera. Nessuno riesce a comprendere il motivo per cui io ci riesca, nonostante la mia poca capacità respiratoria, però io penso che sia perché ci metto il cuore, la passione e l’impegno.»
«Io mentre canto mi sento libera, è proprio questo l’aggettivo che può definire a pieno come mi sento. Nessuno riesce a comprendere il motivo per cui io ci riesca, nonostante la mia poca capacità respiratoria, però io penso che sia perché ci metto il cuore, la passione e l’impegno.»
Vive con i genitori e il fratello maggiore a Villanova Truschedu, studia al Liceo Scientifico Mariano IV d’Arborea, a Oristano, e ha un talento incredibile per il canto: Gaia Mura, sedici anni e una tempra sarda impossibile da domare, è un concentrato di energia e determinazione, di tenacia e di coraggio. E non importa se la sua patologia, la Distrofia Muscolare Congenita di Ulrich, la porti a una capacità polmonare ridotta, con un decimo dell’aria dei suoi coetanei nei polmoni: lei canta e canta come un usignolo.
«Io canto da sempre, grazie alla passione per la musica che mi hanno trasmesso i miei due nonni, “Nonno Mura” e “Nonno Fine”, fin da quando ero neonata» racconta la promettente cantante. «D’estate passavo le sere a cantare le canzoni sarde e italiane mentre nonno suonava. All’età di 10 anni ho aperto il mio canale YouTube dove cantavo, in modo tale che anche altre persone potessero sentirmi, solo che poi per diversi motivi ho deciso di chiudere e di continuare a cantare però davanti a un pubblico, infatti quando ne ho la possibilità mi esibisco.»

Gaia e suo nonno
Il sogno? Il duetto con Ultimo.
«Ho conosciuto Ultimo nel 2018 per puro caso, mentre cantava alla televisione con Fabrizio Moro “L’eternità (Il mio quartiere)” da lì è stato amore a prima vista. Appena ho sentito la sua voce, la rabbia ma anche l’amore che ci metteva nel cantare, io sono diventata una sua piccola fan. Mi ricordo che cercavo sempre su YouTube le sue canzoni, creavo una piccola coreografia e nel frattempo cantavo. Il mio sogno di sempre sarebbe quello di incontrare lui per dargli un abbraccio e cantare insieme una sua canzone. Spero che prima o poi questo accada.»
Non si arrende, Gaia, è di granito.
«Ogni persona ha i propri momenti di sconforto, ogni persona ha le proprie fragilità, ma ogni persona deve riuscire anche a rialzarsi. Non bisogna mai arrendersi. Se si ha un sogno bisogna fare di tutto per poterlo realizzare, perché prima o poi le cose accadono.»
E la mamma è sempre stata il suo punto d’appoggio, come chiarisce la sedicenne.
«Mentre mi esibisco, c’è sempre lei che mi fa da “direttrice d’orchestra”. Riesce sempre a rendermi felice, dice che sono la sua forza e che posso essere un esempio di vita per gli altri. È molto fiera di me e io di lei, perché è grazie a lei che sono la ragazza che sono ora.»
Una positività, la sua, che si intravede in ogni parola, in ogni sua frase. In quel sorriso che le si immagina stampato sul viso mentre canta, mentre vive, mentre vede il mondo.
«Non è semplice vivere con la mia patologia, come non è semplice vivere con qualsiasi altro tipo di disabilità, nonostante ciò io vedo sempre la parte positiva delle cose» conclude infatti. «Sono seguita da quando ero neonata dal dott. Marcello Villanova a Bologna, dove vengo ricoverata due o tre volte all’anno per diversi controlli e per riuscire a fare fisioterapia tutti i giorni. Diciamo che è un modo alternativo per fare un viaggetto e un po’ di shopping bolognese ogni tanto.»

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