Urzulei, ecco perché si chiama così: l’antichissima origine del nome
L'antichissima origine del nome del comune ogliastrino di montagna.
canale WhatsApp
Incastonato tra le aspre montagne dell’Ogliastra, al confine con la selvaggia Barbagia, sorge Urzulei, un piccolo gioiello della Sardegna orientale che conta poco meno di 1200 abitanti. Questo borgo, immerso in uno scenario naturale di straordinaria bellezza, rappresenta un perfetto connubio tra la maestosità dei paesaggi montuosi e la ricchezza di una cultura millenaria. Il territorio di Urzulei si estende su un’area caratterizzata da profonde gole, imponenti pareti calcaree e fitte foreste, offrendo uno spettacolo naturale che lascia senza fiato i visitatori. Tra le sue attrazioni più note spicca la Gola di Gorropu, considerata il canyon più profondo d’Europa, un monumento naturale che attira escursionisti e appassionati di arrampicata da tutto il mondo.
Ma Urzulei non è solo natura selvaggia: il paese custodisce gelosamente tradizioni antiche, dall’artigianato locale alla gastronomia tipica, passando per feste e rituali che affondano le radici in un passato remoto. L’origine del nome di questo affascinante borgo è oggetto di studi e teorie che ne aumentano il fascino. Secondo le ipotesi più accreditate, il toponimo Urzulei deriverebbe da una radice della lingua protosarda, “urdh”, che significa edera o pianta rampicante. In particolare, si fa riferimento alla “urzula”, nome sardo della vitalba o fiammola, una pianta molto diffusa nel territorio. Questa etimologia non solo rivela l’antichità dell’insediamento, ma sottolinea anche lo stretto legame tra la comunità e l’ambiente naturale circostante, un rapporto che ha plasmato la vita e la cultura degli abitanti nel corso dei secoli. La presenza di questa pianta nel territorio non è casuale: la vitalba, con la sua capacità di arrampicarsi e adattarsi a terreni impervi, simboleggia in qualche modo la resilienza e l’adattabilità della popolazione di Urzulei, che ha saputo prosperare in un ambiente tanto bello quanto impegnativo.
Il paese, nonostante le sue dimensioni contenute, gioca un ruolo importante nella preservazione dell’ecosistema e della biodiversità della regione. Il territorio comunale include parte del Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu, contribuendo alla tutela di specie rare di flora e fauna. Questa ricchezza naturale si riflette anche nell’economia locale, che oltre al turismo sostenibile, si basa sull’allevamento, sull’agricoltura di qualità e sulla produzione di prodotti tipici come formaggi, miele e olio d’oliva. La comunità di Urzulei, pur mantenendo salde le proprie radici culturali, guarda al futuro con progetti innovativi volti a valorizzare il patrimonio naturale e culturale in chiave sostenibile, dimostrando come piccoli centri possano giocare un ruolo cruciale nello sviluppo equilibrato del territorio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Festival del Supramonte: a Baunei una scommessa vinta tra sport, natura, cultura e convegni tematici

Dal 27 al 30 dicembre, centinaia di persone ogni giorno hanno partecipato al Festival del Supramonte, tra trekking guidati, arrampicate, percorsi di mountain bike e convegni su ambiente, turismo e sviluppo delle zone interne.
canale WhatsApp
La prima edizione del Festival del Supramonte si chiude con numeri e consensi da record, confermando la capacità del territorio di trasformarsi in un punto di riferimento per il turismo attivo e sostenibile. Dal 27 al 30 dicembre, il cuore di Baunei è diventato un vero e proprio laboratorio di sport, cultura e promozione del territorio, attirando migliaia di visitatori tra appassionati, operatori e curiosi.
Il Villaggio Supramonte, allestito in piazza Bingigedda grazie a una grande tensostruttura, ha ospitato una sala convegni da 600 posti e stand di operatori turistici, artigianato e prodotti enogastronomici locali. Nei pomeriggi del Festival, i convegni hanno affrontato temi cruciali per lo sviluppo delle zone interne: gestione ambientale e servizi in ambiente montano, promozione turistica e culturale, coesione sociale e prospettive di sviluppo della Sardegna interna. La presenza di istituzioni, operatori del settore e stampa specializzata ha trasformato l’evento in un autentico momento di confronto e progettualità.
Ma il Festival non è stato solo confronto teorico. Ogni giorno i visitatori hanno potuto vivere esperienze uniche: trekking guidati nel cuore del Supramonte, arrampicate sulle celebri pareti di Punta Caroddi, Pedra Longa e Punta Giradili, e percorsi di mountain bike tra panorami che uniscono mare cristallino, natura selvaggia e borghi autentici.
Uno dei momenti più attesi è stata la presentazione del libro di Maurizio Oviglia “Sardegna, le 100 più belle multipitch”, guida completa alle vie lunghe dell’isola, attesissima a livello internazionale. Un’occasione per mettere in luce le bellezze del territorio e attrarre alpinisti e appassionati da tutto il mondo.
Il Festival ha anche celebrato il talento locale attraverso contest fotografici e video e il Premio Supramonte, conferito a chi ha contribuito a valorizzare l’anima autentica del territorio, con riconoscimenti realizzati da artigiani locali. La manifestazione si è chiusa con un concerto dei cori polifonici Montesantu e Circannueu, che ha unito tradizione, cultura e emozione.
In quattro giorni intensi, il Festival ha mantenuto i riflettori puntati sul Supramonte, rivelandone le peculiarità paesaggistiche, culturali e sportive, e dimostrando quanto un’iniziativa ben organizzata possa diventare motore di visibilità, economia e coesione territoriale. Una prova concreta del potenziale del territorio, capace di attrarre interesse nazionale e internazionale e di mettere Baunei e il Supramonte al centro della mappa del turismo attivo in Sardegna.


.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
