La formica di velluto, in sardo “argioledda”: è capace di provocare punture dolorosissime, proprio come l’argia

In realtà non è proprio una formica, appartiene infatti alla famiglia degli imenotteri vespoidei.
Vengono comunemente chiamati “formiche” di velluto per il corpo ricoperto di peluria e l’aspetto che ricorda una formica, ma non sono formiche: si tratta di mutillidi, una famiglia di imenotteri vespoidei. Come in tutti gli altri imenotteri solo le femmine presentano un pungiglione capace di provocare dolorose punture e non hanno ali (il che le rende ancor più simili alle formiche).

Foto Cristian Mascia
Il nome sardo, Bargioledda o Argioledda, tiene conto del noto dolore provocato dal pungiglione: infatti evoca l’argia, il ragno più pericoloso che si può incontrare nell’Isola. Ha inoltre un corpo duro, al punto che risulta difficile da schiacciare.
Il corpo è lungo 10-16 millimetri e ha aspetto vellutato. La testa, il torace e le zampe sono di colore rosso brillante, l’addome è nero e presenta cinque macchie bianche. I maschi dei Mutillidi sono alati, mentre le femmine sono attere e hanno robuste mandibole, e questo le rende molto simili a delle formiche.
La femmina vive in tane che scava da sé, oppure occupa nidi di altri Imenotteri. Gli adulti si nutrono principalmente di nettare e sostanze zuccherine, mentre le larve si nutrono delle larve di altri Imenotteri e delle sostanze immagazzinate nei loro nidi. Le femmine vivono un anno perché superano l’inverno riparate nei nidi, mentre i maschi muoiono prima. È il Mutillide più comune nell’Italia meridionale e in Sardegna.
La formica di velluto rosso, nome scientifico Dasymutilla occidentalis, è un insetto velenoso appartenente alla famiglia Mutillidae. La Dasymutilla occidentalis è anche conosciuta con i nomi inglesi di red velvet ant e cow killer, letteralmente “killer della mucca”. In realtà questo insetto NON è in grado di uccidere un bovino. L’ultimo nome è dovuto al fatto che la sua puntura è notoriamente dolorosissima.

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