Le acque tra Olbia e Porto Cervo in Sardegna stanno ospitando in questi giorni i superyacht di tre degli uomini d’affari più ricchi al mondo: Jeff Bezos, Bill Gates e Bernard Arnault. Il valore complessivo delle loro lussuose imbarcazioni ammonta a 425 milioni di dollari, rappresentando quasi il 46% del valore totale dei superyacht posseduti dagli otto individui più ricchi del pianeta.

Bill Gates

I Superyacht in Sardegna: cominciamo con Koru di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon. Bezos dopo essere stato a Cagliari, ha navigato lungo la costa orientale della Sardegna e attualmente si trova tra le isole di Molara e Tavolara.

Il Symphony di Bernard Arnault, il fondatore e CEO di LVMH, terzo uomo più ricco al mondo con un patrimonio di 200 miliardi di dollari. Symphony è stato avvistato a Cala di Volpe in Costa Smeralda e ha fatto una breve escursione verso Porto Rafael il 13 luglio, rientrando dopo poche ore.

Jeff Bezos

Infine il Wayfinder di Bill Gates, fondatore di Microsoft, con un patrimonio di 135 miliardi di dollari. Wayfinder è attualmente ormeggiato al largo di Golfo Aranci.

Questi dati sono stati rilevati tramite un’analisi condotta dalla Comunicazione e Centro studi del Cipnes Gallura, in collaborazione con UniOlbia, basata sui dati satellitari di VesselFinder sul traffico marittimo mondiale e sui valori dei superyacht riportati da superyachtfan.com.

Altri Superyacht nel Mediterraneo sono il Musashi di Larry Ellison di Oracle, attualmente a La Spezia. Ellison è il quarto uomo più ricco al mondo con un patrimonio di 179 miliardi di dollari. Mark Zuckerberg con il suo Launchpad è ormeggiato a Positano. Zuckerberg è il quinto uomo più ricco al mondo con un patrimonio di 175 miliardi di dollari.

Arrestato 51enne a Birori: l’epilogo violento di una storia di maltrattamenti in famiglia.

Un drammatico episodio di violenza domestica ha portato all’arresto in flagranza di un uomo di cinquantuno anni nel comune di Birori, in provincia di Nuoro, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e danneggiamento aggravato. L’intervento tempestivo dei Carabinieri della Compagnia di Macomer ha posto fine a una lunga e dolorosa serie di soprusi subiti da un’anziana vittima, la madre dell’indagato, presa di mira con percosse, offese e minacce che hanno scandito il “codice rosso” della loro convivenza.

La situazione è precipitata in occasione dell’ultimo grave episodio, quando la vittima, esasperata e temendo per la propria incolumità, ha trovato la forza di lasciare l’abitazione e cercare rifugio da una conoscente. È da questo luogo sicuro che la donna è riuscita a rivolgersi alle forze dell’ordine per richiedere aiuto e protezione.

Immediatamente, i militari della Stazione di Silanus sono intervenuti sul posto. Arrivati all’abitazione, i Carabinieri hanno constatato una scena di evidente degrado e violenza: l’indagato, palesemente in un grave stato di ebbrezza alcoolica, aveva sfogato la sua rabbia distruttiva rompendo alcune suppellettili all’interno della casa. Data la natura degli eventi e le condizioni sia della vittima che dell’aggressore, i carabinieri hanno prontamente richiesto l’intervento del personale sanitario del 118 per visitare entrambi.

La tensione, tuttavia, è ulteriormente degenerata all’arrivo dei soccorritori. Il cinquantunenne, in preda all’agitazione e forse accecato dall’alcol, ha tentato di aggredire uno degli operatori sanitari. Solo la prontezza e il coraggio dei militari hanno evitato che la situazione sfuggisse completamente di mano, scongiurando il peggio e consentendo di bloccare definitivamente il cinquantunenne, neutralizzando così la sua pericolosità.

Per l’uomo è scattato l’arresto in flagranza, motivato dai gravi indizi di colpevolezza per i reati di maltrattamenti in famiglia e danneggiamento aggravato. È fondamentale sottolineare che il procedimento penale nei confronti dell’indagato è tuttora pendente nella fase delle indagini preliminari e, come impone la legge, la sua effettiva responsabilità sarà vagliata e accertata esclusivamente nel corso del successivo processo. Questo arresto, tuttavia, rappresenta un segnale forte da parte delle istituzioni contro la violenza domestica, restituendo sicurezza e dignità alla vittima.