Un paese della Sardegna è noto come “sa bidda de is cogas”, la città delle streghe

Nel periodo dell'inquisizione sette di queste, furono condannate con l'accusa di praticare la stregoneria. In particolare accusate di aver causato la morte di alcuni bambini.
In molti forse non lo sanno, ma il paese di Villacidro è noto come sa”bidda de is cogas” – il paese delle streghe – .
Un appellativo che deriva dalle vicende del passato del centro del Medio Campidano, a partire dalle antiche pratiche della medicina popolare fatta del sapiente utilizzo di erbe ed elementi naturali legata anche al mondo magico-religioso. Conoscenze tramandate oralmente fra le generazioni, in particolare tra le donne.
Nel periodo dell’inquisizione sette di queste, furono condannate di praticare la stregoneria. In particolare accusate di aver causato la morte di alcuni bambini.
Sicuramente si trattava di “maistas de partu” – levatrici -, abili nel coadiuvare le donne nel parto, nell’uso dei medicamenti e il potere degli antichi “abrebus” – le parole proibite dei riti magici religiosi – .
Infatti non era raro che all’epoca fossero perseguitate queste donne, bastava un’accusa ingiustificata mossa da chiunque per portare una di queste davanti al giudice inquisitore.
In un’epoca nella quale la mortalità infantile era molto alta, erano rispettate e temute allo stesso tempo, quasi potessero avere un invisibile potere di vita o di morte sul nascituro.
Ma il timore e la superstizione de “is cogas” ha attecchito così tanto a Villacidro, tanto da costruire una chiesa campestre in onore di San Sisinnio, che la tradizione religiosa presenta come vincitore del diavolo tentatore e protettore della madre e del bambino dopo il parto. Insomma, l’ideale per contrastare le streghe e proteggere i neonati come i racconti orali arrivati fino a noi dimostrerebbero.
Il santo viene festeggiato ogni anno nel paese del Medio Campidano, la prima domenica di agosto.

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