Lo sapevate? In Sardegna esiste un prezzemolo endemico, diverso da quello comune

A differenza del più comune prezzemolo però questa pianta non ha usi alimentari certi.
La Sardegna è uno scrigno di biodiversità, ricchissimo. Ne è un esempio il prezzemolo endemico della Sardegna. Appartiene alla famiglia delle Apiaceae o Umbelliferae e rientra tra le erbe annue-biennali o perenni, raramente assume forma di arbusto. Circoscritto alle alture interne dell’Isola e centro-orientali: incluso Mont’Albo e Tavolara; vegeta soprattutto nelle fessure delle rocce calcaree e tra detriti, non oltre i 1400.
Molto simile alle varietà coltivate del prezzemolo comune (Petroselinum crispum o sativum) da cui si distingue anche per un profumo più fortemente odoroso e selvatico. A differenza del più comune prezzemolo però questa pianta non ha usi alimentari certi, e si differenzia anche per alcune altre caratteristiche dalla specie comune.
Presenta, come tutte le ombrellifere, piccole ombrelle di 1-3 cm con 4-6 raggi; fiorisce tra giugno e luglio, con piccoli fiorellini bianchi. L’altezza media di queste piantine raggiunge a malapena i cinquanta centimetri: Ptychotis sardoa è una specie rupicola poco comune (raro incontrare popolazioni numerose ed evidenti) e vegeta sulle rocce.
Il suo nome comune di genere (prezzemolo, o in sardo, tra i tanti: pedru-semene) è ricondotto da alcuni al latino (petroselinum) derivante dal greco antico petroselìnon: questi termini hanno originato il significato di “prezzemolo” dove il prefisso “petro” si può tradurre con “pietra”, “roccia” e concetti simili. Chiaro quindi che anticamente il prezzemolo avesse per habitat esclusivo rocce, muri e fessure. Il nome scientifico Ptychotis deriva dal greco ychós “piega, ripiegatura” e “orecchio” (otós): pianta con foglioline grinzose. Fonte Sardegna Foreste.

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