Come eravamo. Anni ’60, alunni della scuola elementare dell’Istituto Demurtas di Jerzu
Invia le fotografie più belle del passato ogliastrino (indicando luogo e data in cui le foto sono state scattate) alla nostra mail [email protected]
Un salto nel passato ogliastrino con la nostra rubrica “Come eravamo”.
Anni Sessanta, alunni della scuola elementare nel cortile dell’Istituto Amerigo Demurtas di Jerzu. Foto inviata da Maria Lidia Contu di Jerzu.
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Lo sapevate? Il coltello sardo si può regalare, ma a una sola condizione
Prima di farvene regalare uno da un vostro amico o da un parente è bene sapere una piccola cosa.
L’arte e l’abilità dei coltellinai sardi è un fatto noto in tutto il mondo. Da millenni il popolo sardo produce lame di qualità eccellente accompagnate da decorazioni artistiche di incredibile bellezza e valore artigiano.
Ne esistono vari tipi. Le più celebri sono la Pattadese (Pattada), l’Arburesa (Arbus), la Guspinesa (Guspini). Altri centri di eccellenza sono Tempio Pausania, Dorgali, Alghero, Santu Lussurgiu e Assemini. Ci sono poi due macrocategorie: la leppa e la resolza. Quest’ultima di differenzia per essere a serramanico, mentre la leppa ha il manico fisso, almeno nella tradizione.
Abitudine diffusa e assai gradita in Sardegna, soprattutto tra gli uomini, è di ricevere in regalo uno di questi magnifici coltelli che gli artigiani realizzano i manico d’osso e lama in acciaio. Non è un regalo come gli altri, ha un significato molto profondo. Oltre a essere un gesto di grande amicizia, rispetto e riconoscimento del valore altrui (soprattutto se il coltello è di grande pregio), è un auspicio di un felice futuro: serve a tagliare tutti i “rami secchi” del passato e concentrarsi sul futuro.
Prima di farvene regalare uno da un vostro amico o da un parente, però, è bene sapere una piccola cosa. Tecnicamente il coltello non si regala. Chi lo riceve è obbligato, secondo la tradizione, a regalare una moneta (di pochissimo valore) alla persona da cui lo riceve. In questo modo il coltello non servirà mai a separare l’amicizia.
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