Come eravamo. Anni ’60, alunni della scuola elementare dell’Istituto Demurtas di Jerzu
Invia le fotografie più belle del passato ogliastrino (indicando luogo e data in cui le foto sono state scattate) alla nostra mail [email protected]
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La nostra rubrica dedicata alla memoria dell’Ogliastra si arricchisce con un’immagine d’altri tempi, che ci riporta tra i banchi della scuola elementare di Jerzu.
Un tuffo nella memoria collettiva ogliastrina arriva oggi con una preziosa fotografia d’epoca: siamo negli anni Sessanta, nel cortile della scuola elementare dell’Istituto Amerigo Demurtas di Jerzu. Protagonisti, un gruppo di alunni sorridenti, immortalati in un momento semplice e autentico della loro infanzia scolastica.
Lo scatto, carico di nostalgia e tenerezza, è stato inviato da Maria Lidia Contu, originaria proprio di Jerzu, che ha voluto condividere con noi e con i lettori un frammento della quotidianità di quegli anni. La foto si inserisce nella rubrica “Come eravamo”, uno spazio pensato per conservare e valorizzare la memoria visiva del passato ogliastrino, riscoprendo volti, luoghi e tradizioni che hanno segnato la storia delle nostre comunità.
Hai anche tu una vecchia fotografia che racconta un pezzo della nostra terra? Inviacela via mail a [email protected], indicando il luogo e, se possibile, l’anno in cui è stata scattata. Le immagini più belle saranno pubblicate per continuare, insieme, questo viaggio nella memoria.
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L’accordo perfetto: i Tenores di Orosei svelano in un video i segreti del canto ancestrale sardo

Quattro voci, nessuno strumento, un’unica anima sonora: ecco come prende vita questo incantesimo, ce lo spiegano in un video i Tenores di Orosei "Antoni Milia".
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Quattro voci, nessuno strumento, un’unica anima sonora. Il canto a tenore, patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO, non è solo musica: è un’architettura di suoni che nasce dalla terra e si fa respiro collettivo. A spiegare come prenda vita questo incantesimo è un video, pubblicato sui canali social dai Tenores di Orosei “Antoni Milia”. Le immagini mostrano con chiarezza didattica come ogni componente del gruppo — Tore Mula, Alessandro Contu, Ivan Sannai e Francesco Mula — ricopra un ruolo preciso e insostituibile, contribuendo a formare quell’accordo magico che definisce l’identità dell’isola.
Nel filmato, i cantori oroseini scompongono il meccanismo complesso del tenore per renderlo accessibile a tutti. Senza l’ausilio di alcuno strumento musicale, la polifonia si genera dall’incastro perfetto tra la voce solista e il coro, un equilibrio dove il singolo scompare per dar vita a un suono ancestrale. La clip non è solo una performance, ma un vero e proprio documento divulgativo che mostra la “meccanica” di una delle tradizioni vocali più antiche e originali del Mediterraneo.
La forza dei Tenores di Orosei affonda le radici in una cronologia familiare straordinaria. La storia del gruppo inizia idealmente nel 1638, quando Bacchisio Mula e Sebastiana Sale edificarono la Chiesa del Rosario a Orosei. Da allora, per dieci generazioni, la famiglia Mula ha custodito i canti sacri delle confraternite e quelli profani del repertorio locale. Questa eredità è giunta fino ad Angelo “Angheleddu” Mula, pilastro del canto liturgico scomparso nel 1985, che ha tramandato i segreti di questa vocalità al nipote Tore Mula, oggi voce solista e anima del gruppo, che a sua volta ha iniziato il figlio Francesco all’età di soli sei anni.
Ciò che rende i Tenores di Orosei unici nel panorama internazionale è la capacità di spaziare con estrema fedeltà tra due mondi: quello sacro, legato alle confraternite religiose con i canti in latino e sardo (come lo Stabat Mater e il Miserere), e quello profano del canto a tenore. Questa dualità ha permesso loro di mantenere un’interpretazione pura, quasi identica a quella antica, diventando i custodi viventi di un sapere ricevuto dagli anziani.
Nonostante il legame viscerale con le proprie radici, il gruppo ha saputo aprirsi a contaminazioni audaci, portando la voce della Sardegna a Parigi, Oslo, Praga e Budapest. Negli ultimi anni, la loro curiosità artistica li ha portati a collaborare con la jazzista Zoe Pia nel progetto “Indindara”, un viaggio sonoro tra arcaico e avanguardia, e con artisti del calibro di Moses Concas, Enzo Favata e i corsi A-filetta. Dalle esibizioni nei festival jazz più prestigiosi fino al suggestivo “Silent Concert” nelle Grotte di Nettuno, i Tenores di Orosei continuano a dimostrare che una tradizione, per restare viva, deve saper dialogare con il presente senza mai perdere il proprio respiro ancestrale.
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